Corriere della Sera (Bergamo)

E invece a Corna il fienile recuperato diventa sala lettura

A pianoterra le degustazio­ni, sopra libri e documentar­i

- Piöde, ndr) Michela Offredi

C’erano una volta le stalle dove, fra il calore degli animali e del fieno, si raccontava­no storie di vita quotidiana, ma anche di briganti, streghe e diavoli. Con i bambini che ascoltavan­o, a bocca aperta, gli anziani narrare. C’era una volta e c’è ancora. Perché alla Roncaglia, piccola contrada di Corna Imagna che pare abbia dato i natali agli antenati di Papa Giovanni XXIII, una stalla è stata trasformat­a in una sala di lettura per approfondi­re proprio quel mondo. Il tempo l’ha spazzato via. Eppure lì, in una corte abbracciat­a da case in pietra del Tardo Medioevo, pare miracolosa­mente intatto.

A compiere la magia è stato il Centro Studi Valle Imagna che, una decina di anni fa, ha acquistato una casa contadina disabitata, l’ha restaurata e ha avviato l’antica locanda che deve il suo nome alla frazione. Ora, a pochi passi dal locale che accoglie clienti da tutto il mondo (all’interno c’è una carta geografica coi segnaposto che vanno da un capo all’altro del pianeta), ha rivitalizz­ato un vecchio stabile pericolant­e.

«È stato un percorso graduale — spiega il direttore del Centro Studi Valle Imagna Antonio Carminati —. Cinque anni fa, consapevol­i del patrimonio identitari­o dell’edificio, lo abbiamo comprato con l’obiettivo di toglierlo dalle condizioni di degrado in cui versava. È stato posto al centro di un programma di salvataggi­o che ha registrato la partecipaz­ione di diversi soggetti, dalla Fondazione del Credito Bergamasco alla Provincia

di Bergamo, dal Gal (Gruppo di azione locale, Valle Brembana-Valle Imagna a una cordata di privati. Infine, un finanziame­nto agevolato a rimborso, concesso dal Bim di Bergamo, ha coperto l’ammontare dei costi restanti».

Il restauro del manufatto, che sarà inaugurato ufficialme­nte fra qualche settimana ma che è già aperto, ha messo in luce i suoi caratteri fisici originari. Spiccano il tipico ingresso a T, il pavimento e il tetto in i muri perimetral­i rimasti in pietra, il solaio ricostruit­o con travi e assito di castagno. «Curiosa — il direttore prosegue Carminati — la scelta progettual­e dell’architetto Mauro Bugada di realizzare, dentro il fienile, un doppio involucro struttural­e, per rispondere contempora­neamente alle esigenze del restauro filologico e del riutilizzo del bene».

Dove un tempo c’erano le bestie, al pianoterra, ora si trova un locale per la degustazio­ne dei cibi del territorio, annesso al programma d’ospitalità della Locanda Roncaglia. Al piano superiore, invece, in quello che era il fienile, c’è la sala di lettura, sempre aperta, con scaffali e un proiettore per i video, un grande tavolo centrale e otto sedie.

All’interno è possibile trovare le carte dei sentieri circostant­i, antichi documenti ma anche tutte le pubblicazi­oni e i documentar­i realizzati dal Centro Studi. Ci sono storie di emigrazion­e e guerra, di fede popolare e cibo. Libri, fotografie e racconti di grandi personaggi come di gente comune che, a distanza di secoli, sanno incuriosir­e il lettore. E lasciare, proprio come avveniva un tempo, magari davanti alla luce di una candela, a bocca aperta.

Lo spazio Il Centro Studi Valle Imagna lo inaugurerà prossimame­nte, ma è già attivo

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Roncaglia La stalla restaurata è adiacente alla locanda della contrada

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