Perri: «Attenti alle bufale, pure sull’epidemia»
Perri: incompatibili i tempi di scienza e media. Col Covid si sono giustificate scelte mediate da economia e politica
ricercatori ha ritenuto necessario dedicarsi precisamente alla divulgazione, in coincidenza con la straordinaria espansione mediatica procurata da Internet e dai social. Prima esisteva solo la tv, ora chiunque può interagire con una platea potenzialmente infinita. Sono così cresciuti, insieme ai contenuti scientifici in rete, la curiosità e l’interesse. In tale accelerazione esponenziale ovviamente sono aumentati anche i rischi: la diffusione di bufale è difficilmente arrestabile».
Come si misura, nel suo quotidiano impegno di divulgatore scientifico, con la potenza delle fake news?
«Compito assai ingrato, poiché è praticamente impossibile arrestare una fake news virale; inoltre, tempo di smontare una bufala e ne sono nate cento. I meccanismi mentali di ricezione e di giudizio, i cosiddetti bias cognitivi, sono conservativi e tutt’altro che razionali: una volta che ricevo una notizia e la reputo convincente sarà difficilissimo farmi ricredere. Nei miei frequenti incontri pubblici invito perciò a comprendere, per sviluppare una plausibile autodifesa, i meccanismi dei bias cognitivi: per esempio, proponendo un gioco in cui chiedo di distinguere, fra due notizie, quella falsa, diffusa dai media, e quella scientificamente provata».
Qual è un’evidente falsità sul Covid-19?
«Più che una fake news è una speranza dal nullo fondamento scientifico, ovvero che i virus col tempo tendano a indebolirsi: ci sono casi in cui è avvenuto e altri no, altri ancora in cui è successo il contrario. Va detto che le emozioni sono il più forte induttore di fake news: la speranza certamente, ma soprattutto la paura».
Mai come in questo periodo abbiamo dovuto considerare il rapporto fra le ragioni della scienza e quelle dell’economia e della politica. Che opinione ha in merito?
«Con fini evidentemente strumentali s’è chiesto alla scienza di dare certezze che, per definizione, non può fornire. Di più, la scienza ha tempi incompatibili con quelli dei media e, purtroppo, di una pandemia. In questi mesi ci siamo fatti scudo con la scienza e “lo dicono gli esperti” per giustificare scelte frutto invece di una mediazione, peraltro doverosa, con le urgenze della politica e dell’economia».
Come sarà la serata a Sulzano?
«Oltre a raccontare di astrofisica e di bias cognitivi, proporrò quel gioco cui ho accennato. Chiederò quindi al pubblico di distinguere, fra varie notizie, le false e le vere. Scopriremo allora qualcosa di interessante: quelle che crediamo false poiché troppo stupefacenti sono vere. Insomma, la scienza sa essere molto più sorprendente della fantasia di chi inventa le fake news».