Pd, a Treviglio due candidati
L’ex dirigente bancario non piace al M5S, si cerca un nome che unisca una coalizione
Per la corsa a sindaco di Treviglio, il Pd ufficializza il suo secondo candidato. L’ultima parola, anche attraverso le primarie, sarà della coalizione che si cerca di allargare. Si punta a un nome che unisca.
Per la corsa a sindaco di Treviglio il Pd ufficializza il suo secondo candidato e punta a una coalizione allargata che avrà l’ultima parola, anche ricorrendo alle primarie, su chi dovrà sfidare il primo cittadino uscente, il leghista Juri Imeri. È l’esito del coordinamento del partito a cui ha preso parte ieri anche il segretario provinciale Davide Casati per mettere a punto il percorso verso il voto del 2021.
Proprio ieri il segretario del circolo trevigliese Davide Beretta avrebbe dovuto incoronare il candidato individuato al termine di un percorso avviato prima dell’estate. L’idea iniziale, condivisa dal partito, era quella di cercare una figura civica perché potesse poi allargare il più possibile la coalizione. Al termine dei suoi sondaggi Beretta ha trovato la disponibilità di Daniele Migliazzi, dirigente in pensione del mondo del credito cooperativo e attivo nello sport giovanile cittadino. Figura però non gradita ai possibili alleati: da un lato i cinquestelle, dall’altro i moderati del consigliere di Forza Italia Gianluca Pignatelli, proprio perché essendo Migliazzi iscritto al Pd mancava della caratteristica di civico. Il M5S aveva rilanciato mettendo in campo due suoi possibili candidati sindaco: Emanuele Bottinelli e Francesco Steffanoni. E aveva posto la condizione di rinunciare ai simboli di partito per la formazione di un’alleanza. Richiesta, quest’ultima, che ieri è stata ritenuta irricevibile dal Pd.
La candidatura di Migliazzi però è apparsa subito debole anche a gran parte del circolo trevigliese dei dem. Si è creato così uno spazio in cui si è mossa Matilde Tura, referente per l’ambiente nella segreteria provinciale, che ha raccolto intorno a sé questi malumori. La riunione di ieri ha di fatto sancito che ora i nomi del Pd sul tavolo sono due, e quello sostenuto dal segretario cittadino appare in minoranza. Con il segretario provinciale si è stabilito però che la priorità è la formazione di una coalizione ampia che dovrà cercare di abbracciare tutto il mondo che non si riconosce nella Lega, andando dall’area a sinistra del Pd che cinque anni fa scelse di non presentare una sua lista, alle liste civiche presenti in consiglio, ai moderati di Pignatelli fino all’area riformista di Italia Viva e Azione di Calenda.
Una volta formata l’alleanza, questa valuterà chi meglio può rappresentarla. Una scelta che non si esclude possa passare dalle primarie di coalizione da tenersi entro dicembre. Il percorso dovrà fare i conti con le spinte centrifughe che vengono soprattutto dall’area riformista di Italia Viva e non solo. Nei giorni scorsi è circolata con insistenza la notizia che l’ex sindaco Luigi Minuti sarebbe pronto a scendere di nuovo in campo in vista del 2021, e la sua strada potrebbe incrociarsi proprio con i riformisti e con il comitato Città dell’Adda, critico verso l’amministrazione Imeri. «La nostra intenzione — precisa però Roberto Fabbrucci a nome del comitato — non è di sostenere qualcuno ma di creare un laboratorio politico allargato per mettere a fuoco alcuni problemi della città: dalle tangenziali che mancano, alla sanità che peggiora fino alle molestie olfattive. Vedremo poi chi le accoglie».
L’ex sindaco Voci insistenti parlano di una possibile candidatura di Luigi Minuti