Corriere della Sera (Bergamo)

Pd, a Treviglio due candidati

L’ex dirigente bancario non piace al M5S, si cerca un nome che unisca una coalizione

- Pietro Tosca

Per la corsa a sindaco di Treviglio, il Pd ufficializ­za il suo secondo candidato. L’ultima parola, anche attraverso le primarie, sarà della coalizione che si cerca di allargare. Si punta a un nome che unisca.

Per la corsa a sindaco di Treviglio il Pd ufficializ­za il suo secondo candidato e punta a una coalizione allargata che avrà l’ultima parola, anche ricorrendo alle primarie, su chi dovrà sfidare il primo cittadino uscente, il leghista Juri Imeri. È l’esito del coordiname­nto del partito a cui ha preso parte ieri anche il segretario provincial­e Davide Casati per mettere a punto il percorso verso il voto del 2021.

Proprio ieri il segretario del circolo treviglies­e Davide Beretta avrebbe dovuto incoronare il candidato individuat­o al termine di un percorso avviato prima dell’estate. L’idea iniziale, condivisa dal partito, era quella di cercare una figura civica perché potesse poi allargare il più possibile la coalizione. Al termine dei suoi sondaggi Beretta ha trovato la disponibil­ità di Daniele Migliazzi, dirigente in pensione del mondo del credito cooperativ­o e attivo nello sport giovanile cittadino. Figura però non gradita ai possibili alleati: da un lato i cinquestel­le, dall’altro i moderati del consiglier­e di Forza Italia Gianluca Pignatelli, proprio perché essendo Migliazzi iscritto al Pd mancava della caratteris­tica di civico. Il M5S aveva rilanciato mettendo in campo due suoi possibili candidati sindaco: Emanuele Bottinelli e Francesco Steffanoni. E aveva posto la condizione di rinunciare ai simboli di partito per la formazione di un’alleanza. Richiesta, quest’ultima, che ieri è stata ritenuta irricevibi­le dal Pd.

La candidatur­a di Migliazzi però è apparsa subito debole anche a gran parte del circolo treviglies­e dei dem. Si è creato così uno spazio in cui si è mossa Matilde Tura, referente per l’ambiente nella segreteria provincial­e, che ha raccolto intorno a sé questi malumori. La riunione di ieri ha di fatto sancito che ora i nomi del Pd sul tavolo sono due, e quello sostenuto dal segretario cittadino appare in minoranza. Con il segretario provincial­e si è stabilito però che la priorità è la formazione di una coalizione ampia che dovrà cercare di abbracciar­e tutto il mondo che non si riconosce nella Lega, andando dall’area a sinistra del Pd che cinque anni fa scelse di non presentare una sua lista, alle liste civiche presenti in consiglio, ai moderati di Pignatelli fino all’area riformista di Italia Viva e Azione di Calenda.

Una volta formata l’alleanza, questa valuterà chi meglio può rappresent­arla. Una scelta che non si esclude possa passare dalle primarie di coalizione da tenersi entro dicembre. Il percorso dovrà fare i conti con le spinte centrifugh­e che vengono soprattutt­o dall’area riformista di Italia Viva e non solo. Nei giorni scorsi è circolata con insistenza la notizia che l’ex sindaco Luigi Minuti sarebbe pronto a scendere di nuovo in campo in vista del 2021, e la sua strada potrebbe incrociars­i proprio con i riformisti e con il comitato Città dell’Adda, critico verso l’amministra­zione Imeri. «La nostra intenzione — precisa però Roberto Fabbrucci a nome del comitato — non è di sostenere qualcuno ma di creare un laboratori­o politico allargato per mettere a fuoco alcuni problemi della città: dalle tangenzial­i che mancano, alla sanità che peggiora fino alle molestie olfattive. Vedremo poi chi le accoglie».

L’ex sindaco Voci insistenti parlano di una possibile candidatur­a di Luigi Minuti

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In corsa Matilde Tura con il segretario provincial­e del Pd Davide Casati (a sinistra) e il consiglier­e regionale dem Jacopo Scandella

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