Misiani, la moglie e le famiglie dem divise al referendum
Maria Ines Brignoli, moglie di Misiani, insegnante impegnata nella lotta alla mafia con la Fondazione Borsellino, la sua contrarietà alla riduzione di deputati e senatori l’ha espressa in modo nettissimo via Facebook: «Dopo aver riflettuto a lungo, ho deciso, voterò No al referendum sul taglio dei parlamentari». Il No della docente è motivato, tra l’altro, dal fatto che «un Parlamento di così basso profilo culturale, scelto da un popolo immaturo politicamente, non sia in grado di capire la delicatezza di tale scelta». Conclusione: «Non mi fido, voto no». La differenza di voto con il marito vice ministro è indicativa di un disagio che vive la famiglia politica dello stesso Misiani. Il vice sindaco di Bergamo, Sergio Gandi (una sorta di fratello minore di Misiani dai tempi del Pds) ha a sua volta dichiarato che voterà contro il taglio dei parlamentari. Altre strette parentele politiche sono messe alla prova dal sostegno alla riforma, che il Pd ha dovuto far propria in Parlamento come condizione per la formazione del governo senza tuttora nascondere forti perplessità. Maurizio Martina voterà Sì, Matteo Rossi — che almeno fino alle elezioni del 2018 ne era politicamente il gemello — voterà No. E non è roba da sinistra dem, perché anche Giorgio Gori si è schierato contro la riforma costituzionale, al contrario di Stefano Bonaccini (che stasera sarà ospite della Festa democratica di Lovere, alle 20, con Martina, Vinicio Peluffo ed Emilio Del Bono). Il governatore emiliano, col quale il sindaco di Bergamo sta dialogando intensamente sulla futura leadership del partito, per ora resta allineato.