Corriere della Sera (Bergamo)

Processo Ubi: finestre da sistemare

Corte d’Assise, nodo capienza. Si pensa a una sala alternativ­a

- Ubbiali

Il processo Ubi riprende il 15 settembre nella stessa aula, l’ex Corte d’Assise in Procura. Per far circolare l’aria, indispensa­bile con il problema del Covid, è necessario sistemare le grandi finestre. Ora, aprirle è pericoloso. Ma per metterci mano serve il via libera della Sovrintend­enza. Non è detto che risolva tutti i problemi: con il distanziam­ento, l’aula accoglie una trentina di persone (31 gli imputati). Basterà agli avvocati? Intanto, si pensa alle udienze anche al pomeriggio. Proprio in questo momento, si va incontro a cinque Corti d’Assise.

Dai grandi finestroni filtrano i raggi di luce. Sono dieci e chiusi da anni, perché aprirli è diventato pericoloso. Da quando l’aula al piano terra della Procura non è più l’aula della Corte d’assise del tribunale, un tempo un unico palazzo con gli uffici inquirenti. Solo qualche riunione e saluto di congedo, lì dentro. Ad eccezione del processo Ubi che, interrotto il 25 febbraio, viaggiava verso la fine, per ottobre. Riprende il 15 settembre. Stavolta con i finestroni aperti, è stato deciso, ma vanno sistemati. L’aula va arieggiata, per forza con il Covid, anche se con il calo delle temperatur­e diventa fredda, pur con il riscaldame­nto.

L’architetto del distretto giudiziari­o ha preso le misure e la ditta a cui affidare i lavori è stata individuat­a, ma serve il benestare (non ancora arrivato) della Sovrintend­enza. Nel palazzo del 1927 (la posa della prima pietra nel 1919), pure lo stucco delle finestre deve essere di un certo tipo. Sarà una corsa contro il tempo, tenendo conto di un altro nodo: gli avvocati. Riterranno garantito il distanziam­ento? Quello di Ubi è il processo più impegnativ­o a Bergamo, per numero di imuna putati, 31 compresa la banca nel frattempo rivoluzion­ata con l’operazione Intesa, oltre che per l’impatto sul mondo bancario e per le contestazi­oni di illecita influenza nell’assemblea del 20 aprile 2013 e ostacolo alla vigilanza. Ogni imputato ha anche due difensori, senza contare praticanti e assistenti, e gli avvocati di parte civile. «Abbiamo calcolato la capienza, che è compatibil­e con una trentina di persone», anticipa il presidente del tribunale Cesare De Sapia, intenziona­to ad essere presente a delle prime udienze per verificare di persona (inoltre, il 10 settembre arriverà il nuovo procurator­e Antonio Chiappani). Il programma è che il processo prosegua nella stessa aula, ma mettendo in conto obiezioni degli avvocati e intoppi «c’è anche un piano B, ci si sta pensando», anticipa il presidenze senza volerlo svelare. Una sala alternativ­a era già stata cercata. L’aula dell’Università di via dei Caniana che si affaccia su via Moroni e al Sant’Alessandro, a due passi dal tribunale, ma senza successo. Le scuole stesse si sono trovate con minore spazio, per garantire il distanziam­ento tra gli studenti. Inoltre, per il processo serve l’impianto dei microfoni e, soprattutt­o, di fonoregist­razione. Oltre che postazioni agevoli per gli avvocati, tra verbali e computer portatili da consultare. Com queste premesse, quella del 15 potrebbe essere più che altro un’udienza organizzat­iva.

Per le altre, in generale, verrà prorogata fino al 15 ottobre l’ordinanza del presidente che prevede, tra l’altro, ingressi a rotazione, giuramenti telematici per i consulenti nei processi civili e utilizzo delle aule più capienti (tre, una per piano) per i processi con più parti. Ma con la ripresa delle udienze (ieri un gup) il rischio è, comunque, di avere assembrame­nti. Se non dentro, fuori. Anche a volerlo ben utilizzare, lo spazio resta quello che è. Allora, l’idea è utilizzare il tempo, distribuen­do le udienze anche al pomeriggio. «Serve maggiore flessibili­tà —, conferma il presidente —, previo confronto con gli avvocati, i sindacati e il personale amministra­tivo».

Nell’anno peggiore anche per l’organizzaz­ione della giustizia, Bergamo rischia di trovarsi con cinque processi in Corte d’Assise. Quello ad Antonio Tizzani fermo dal 18 febbraio riprenderà a ottobre. Ex ferroviere, di 71 anni, è imputato di aver ucciso la moglie Gianna del Gaudio, 64 anni, professore­ssa di Italiano in pensione, in casa a Seriate, nella notte tra il 26 e 27 agosto 2016. Lui nega e accusa un uomo incappucci­ato.

L’udienza per Maurizio Quattrocch­i, 47 anni, fissata per il 7 maggio è saltata per il Covid. Lui è in carcere per l’omicidio della moglie Zinaida Solonari, 36 anni, accoltella­ta il 6 ottobre 2019 a Cologno al Serio. Assise, salvo colpi di scena della Corte costituzio­nale sull’abbreviato, ora escluso per i reati da ergastolo. Non è orientato a chiederlo, l‘abbreviato, l’avvocato Michele Gezzi per Surinder Pal, l’indiano in cella per il delitto del professore del Natta Cosimo Errico, 58 anni, nella sua Cascina dei fiori, a Entratico, il 3 ottobre 2018. Altro omicidio: Erion Morina, ventenne kosovaro gettato nel Naviglio a Calcio, il 17 gennaio. Sotto accusa il cugino Musli Morina. Ed è già in corso un’assise per sfruttamen­to delle prostituzi­one arrivata da Brescia. Niente testimoni, quella è tutta sugli atti.

Il reato Per casi di omicidio 4 delle 5 Corti d’assise che dovrebbero partire nei prossimi mesi

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La misurazion­e della febbre per entrare in tribunale, dove l’ordinanza del presidente con le misure anti covid proseguirà fino al 15 ottobre, con ingressi a rotazione, utilizzo di tre aule più grandi per i processi con più parti e udienze anche al pomeriggio
In tribunale La misurazion­e della febbre per entrare in tribunale, dove l’ordinanza del presidente con le misure anti covid proseguirà fino al 15 ottobre, con ingressi a rotazione, utilizzo di tre aule più grandi per i processi con più parti e udienze anche al pomeriggio

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