Test di Medicina, effetto Covid
In 750 al Lazzaretto inseguendo il sogno dei medici-eroi: «Sono i nostri modelli»
Il rettore Remo Morzenti Pellegrini lo dice chiaro: «L’effetto del Covid su Medicina è paragonabile a quello di Tangentopoli, nel 1992, su Giurisprudenza». E gli aspiranti studenti, che ieri hanno affrontato il test d’ingresso al Lazzaretto, confermano. C’è chi ha visto i medici-eroi come «modelli». Altri pensano a una «professione che dà la possibilità di confrontarsi anche con molti aspetti umani, oltre che tecnici e scientifici».
C’è chi ambisce a indossare il camice bianco per sentirsi utile, come i tanti eroi in prima linea nell’emergenza della pandemia. Per altri è un sogno fin da bambini o un desiderio che nasce da una storia personale. Un esercito di studenti bergamaschi ha partecipato, ieri mattina, nella maxi tensostruttura allestita al Lazzaretto, al test d’ingresso alle facoltà di Medicina e Chirurgia e Odontoiatria che si è svolto in tutta Italia: 744 i candidati a Bergamo, di cui 520 ragazze, pari al 70 per cento. In tutta Italia sono 66.638 per 13.072 posti, circa 1.500 in più rispetto al 2019. Passa uno su cinque.
«Il Lazzaretto, che evoca disperazione per la peste che nel 1630 causò solo nel territorio orobico più di 55mila morti, è diventato un luogo di speranza, dove i ragazzi scommettono sul proprio futuro — spiega il rettore dell’Università di Bergamo, Remo Morzenti Pellegrini —. Il gran numero di candidati lascia intendere che ci possano essere, anche nel nostro ateneo, le condizioni per un corso di laurea in Medicina, progetto che sottoporrò al ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi, il 30, nel corso dell’inaugurazione dell’anno accademico. A livello nazionale, la partecipazione di oggi, dopo l’emergenza coronavirus, rimanda al successo della facoltà di Giurisprudenza quando scoppiò il caso Mani Pulite».
Sotto il tendone anche il sindaco Giorgio Gori: il Comune di Bergamo ha contributo alla riuscita della prova in piena sicurezza.
I test sono stati organizzati in città diverse rispetto agli scorsi anni, per evitare lunghe code e assembramenti. Tutti distanziati e dotati di mascherina, i candidati: scaglionato l’arrivo, dalle 9, facilitato da una linea speciale dell’Atb che ha collaborato con Sab per gapartecipato rantire l’arrivo di chi proveniva dalla provincia. Una volta misurata la temperatura, il candidato ha potuto entrare nel «triage», posizionarsi sui bolloni a terra e essere dirottato in uno degli otto settori, non prima di aver lasciato e fatto imbustare il proprio zaino.
Alle 12 in punto, tutti ai nastri di partenza: 100 i minuti a disposizione per rispondere alle 60 domande, dai quesiti di biologia, chimica, matematica, logica e cultura generale: si è spaziato dal mettere in ordine gli ultimi cinque presidenti della Repubblica da Cossiga a Mattarella, al trovare l’intruso tra i diversi libri di Freud, dalle leggi della robotica al nome dell’autore del «Signore degli Anelli» e alle possibili combinazioni di colore per la bandiera giapponese.
«Il coronavirus è stat0 una tragedia ma anche un’opportunità, proprio durante le videolezioni ho avuto un lampo, ho scoperto che volevo approfondire gli aspetti umani dei pazienti, diventando psichiatra», dice all’uscita Tommaso Belometti, 18 anni, di Villongo. Idee chiare anche per Asia Diallo, 20 anni, lunghissime treccine, nata da papà senegalese e mamma bergamasca, che vive a Zandobbio. «Mia mamma è infermiera al “Don Orione”, è stato il suo esempio e il vederla tornare a casa stanca, ma spesso anche gratificata, a convincermi a seguire la strada delle corsie — sorride —. Se dovessi scegliere subito, vorrei specializzarmi in neurochirurgia».
La professione medica evoca gratificazione per tanti ragazzi. «È un mestiere appagante, non devi sederti in un ufficio e svolgere un compitino, ti là possibilità di arricchirti, di portare a casa tanto dalle esperienze vissute», è l’opinione di Luca De Filippis, 19 anni, di Palazzago, aspirante oncologo-reumatologo. Veronica Mazzoleni, 20 anni, di Albano Sant’Alessandro, ha dopo un anno sabbatico che l’ha portata in giro per il mondo e le ha dato la possibilità di riflettere: «All’inizio ero dubbiosa, poi sono stata in Ecuador e mi sono resa conto di quanto siano importanti i medici, ora so che vorrei entrare in una Emergency Unit», dice.
In molti sognano il camice bianco fin da piccoli, come Moad Bouziane, 19 anni, di Villongo, nato da papà marocchino. «Soffrivo di problemi al cuore e, a causa di una diagnosi sbagliata, da bambino ho avuto una grave polmonite non diagnosticata — spiega —. Vorrei potermi occupare degli altri, per questo ho passato tutta l’estate a studiare».
Stesse origini per Imen Tawaf, 19, con indosso l’hijab. Vive a Carobbio degli Angeli, e più che medico vuole diventare odontoiatra. Giorgia Esposito, 18 anni, di Lallio, è aspirante chirurgo. E racconta il suo caso personale: «Soffro di asma e fin da piccola sono una frequentatrice di ospedali, mi sono abituata a quelle figure amiche, per me sono modelli. Mi sono studiata i test degli anni passati e quello di veterinaria, spero di farcela», sorride.
Per conoscere la graduatoria nazionale per merito bisognerà aspettare il 29 settembre. Le università di Milano sono sempre quelle in cima alla lista dei desideri degli studenti. La Statale ha registrato un leggero aumento di domande (da 3.486 a 3.610) e la Bicocca ha avuto un boom: più 48 per cento (da 2.220 a 3.296).
I test hanno fatto da apripista a una serie di appuntamenti, che trasformeranno per un mese il Lazzaretto in una cittadella universitaria: in programma i test d’ingresso di Scienze della Formazione Primaria (16 settembre) e i test preliminari per l’accesso ai percorsi di formazione per gli insegnanti di sostegno di primo grado (22, 24, 29 settembre e primo ottobre).
Il Covid è stato una tragedia, ho scoperto di voler approfondire l’aspetto umano dei pazienti Tommaso Belometti Villongo
Soffro d’asma fin da piccola, mi sono abituata ai medici, figure amiche. Per me sono modelli Giorgia Esposito Lallio
La percentuale Su 744 candidati, 520 sono ragazze, il 70 per cento. Ne passa mediamente 1 su 5
Le altre facoltà Si proseguirà, sempre al Lazzaretto, con i test per Scienze della Formazione
È un lavoro appagante, che dà di sicuro la possibilità di portare a casa tanto dalle esperienze vissute Luca De Filippis Palazzago
Mia mamma è infermiera al Don Orione, è stato il suo esempio a convincermi Asia Diallo Zandobbio