«Piovevano massi ma dovevo agire» Carabiniere eroe salva amico in auto
BEMA (SONDRIO) «Stavo scendendo da Bema quando ho sentito un boato, la montagna stava franando. Subito dopo la curva ho visto quell’auto travolta da un masso, un groviglio di lamiere. Non ci ho pensato un istante. Mentre i sassi ancora piovevano dalla parete ho tentato di aprire lo sportello della vettura schiacciata da un macigno. L’uomo al volante era sotto choc, incastrato: non riusciva a muoversi». Lorenzo Colombi, 44 anni, è un militare, appuntato in servizio nella stazione carabinieri di Novate Mezzola. Aveva appena finito di lavorare mercoledì sera quando ha salvato la vita a un 55enne, per puro caso un suo conoscente. Entrambi vivono a Bema, una manciata di case arroccate all’imbocco della Valtellina. Per raggiungere il paese bisogna percorrere la tortuosa provinciale che sale da Morbegno: curve a gomito e una parete di roccia che sovrasta la strada. Sassi di grosse dimensioni si sono staccati dal costone, un masso ha colpito una vettura in transito, un’Alfa Romeo, schiacciando l’abitacolo e intrappolando Sergio Simonetta che stava tornando a casa. «L’ho chiamato per nome — racconta Lorenzo —. Continuava a chiedermi cosa fosse successo. La portiera non si apriva, sono riuscito a forzarla, e ho trascinato Sergio fuori. Nel frattempo sono arrivate due donne, una ha chiamato i soccorsi l’altra mi ha aiutato a portare il ferito lontano da dove continuavano a cadere sassi. Poco dopo ci hanno raggiunto i miei colleghi che hanno transennato l’area insieme ai vigili del fuoco e i medici del 118». Guardando le fotografie della vettura ridotta a un groviglio di lamiere sembra impossibile che il 55enne se la sia cavata solo con qualche graffio. «Gli ho parlato, sta bene». L’appuntato, in servizio per 25 anni a Foggia, è tornato nella sua Valtellina a inizio agosto. «Ho agito d’istinto come credo avrebbe fatto qualsiasi altra persona. E poi mi sono reso conto che lì avrei potuto esserci io: anche per questo non ho esitato». Lorenzo saluta e se ne va. Il turno di lavoro è ancora lungo, le pacche sulle spalle dei colleghi fanno piacere, ma l’unico desiderio ora è quello di riabbracciare l’amico vivo grazie a lui.