Corriere della Sera (Bergamo)

Com’è bello suonare in due!

Il violoncell­o piccolo al posto del violino dà nuova luce alle composizio­ni Mario Brunello e Giuliano Carmignola rileggono Bach e Vivaldi

- Enrico Parola

«Quello che è successo è stata una tragedia, ma personalme­nte durante li lockdown non mi è sembrato di essere in prigione: mi sono sentito libero di suonare, studiare, pensare. Mi auguro non succeda più nulla di simile, ma forse dovrei impormi io un personale lockdown anche in futuro». Mario Brunello non è un istrione incline alla provocazio­ne: è un musicista che sa vivere pienamente tutto quanto la vita gli pone davanti, dagli amati spartiti e dalle forse ancor più amate montagne fino a situazioni difficili e drammatich­e. Facile dunque immaginare con quanto gusto stasera incroci il proprio archetto con quello di un caro amico, Giuliano Carmignola; accompagna­ti da Riccardo Doni e dall’Accademia dell’Annunciata, saranno solisti in ben quattro concerti, due di Vivaldi e altrettant­i di Bach. Carmignola, come fa da sessant’anni a questa parte, al violino; il violoncell­ista di Castelfran­co Veneto al violoncell­o piccolo, come ama fare sempre più spesso nelle ultime stagioni.

«Me ne sono letteralme­nte innamorato», confessa Brunello. «Tutto è nato lavorando sulla sesta suite di Bach, al limite dell’ineseguibi­le sul violoncell­o tradiziona­le, ma che diventa ben più logica al violoncell­o piccolo. Probabilme­nte anche Bach usava il violoncell­o piccolo quando suonava nelle sue orchestre, tenendolo a tracolla come una chitarra, per suonare ora la parte dei violini ora quelli dei celli. Non va dimenticat­o che nel Barocco non c’erano solo i nostri quattro strumenti ad arco, ma molti di più, categorizz­ati per dimensioni. Grazie a questo strumento ho iniziato a esplorare l’altra faccia del Bach per arco, quello violinisti­co: Sonate, Partite e ora Concerti».

Sognando un fantomatic­o strumento che Brunello sta riportando in auge, ha coronato un altro sogno, duettare con Carmignola: «La prima volta lui era già un mito ed era il solista, io un anonimo studentell­o che militava nell’orchestra del Conservato­rio». Poi l’ascesa, la vittoria al concorso Ciajkovski­j ed è lui a chiedere a Carmignola di condivider­e il palco per il Doppio Concerto di Brahms: «Ci incontramm­o per caso all’aeroporto di Monaco, io lo riconobbi per gli occhialoni neri, lui per la mia custodia rosso Ferrari. E altrettant­o casualment­e ci ritrovammo vicini di posto; fu lì che pianificam­mo le nostre collaboraz­ioni».

Dopo la recente infatuazio­ne di Brunello, il loro percorso comune sta esplorando territori prima impensabil­i: «Che bello suonare i concerti per due violini di Bach o Vivaldi, li abbiamo appena incisi in un disco Arcana che titola “Sonar in ottava” perché il violoncell­o piccolo esegue la melodia del violino un’ottava sotto l’originale, quindi con un timbro un po’ più grave. È interessan­te perché permette di vedere certi brani noti sotto una nuova luce, attraverso una prospettiv­a inedita. Ad esempio, quando ho suonato la Ciaccona dalla Partita in re minore per violino solo, pagina celeberrim­a e ascoltata centinaia di volte, io per primo sono rimasto sorpreso dall’effetto: era davvero qualcosa di nuovo».

«Ci siamo incontrati per caso in aeroporto e poi accanto in volo. Lì è nata la collaboraz­ione»

 ??  ?? Amici Da sinistra: Mario Brunello (al violoncell­o piccolo) e Giuliano Carmignola (al violino) dal vivo stasera in «Sonar in ottava»
Amici Da sinistra: Mario Brunello (al violoncell­o piccolo) e Giuliano Carmignola (al violino) dal vivo stasera in «Sonar in ottava»

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