Lega, i 31 immobili dei contabili arrestati
Altre anomalie sulla società di Manzoni, Di Rubba e Centemero. E il patrimonio immobiliare
Due delle società che fanno riferimento ad Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba, i contabili della Lega in arresto, risultano proprietarie di 31 immobili, tra case, magazzini e box, anche un negozio in via XX Settembre, abitazioni in via Pignolo, ville tra Desenzano e Grumello del Monte. In più, dalle segnalazioni dell’Antiriciclaggio di Bankitalia, emerge che «la provvista per costituire il capitale sociale» della Mdr Stp, società di Manzoni e Di Rubba insieme al tesoriere leghista Giulio Centemero, arrivarono dal contributo della Camera al gruppo Lega.
Fondi della Camera, versati al gruppo parlamentare della Lega, utilizzati per costituire una società di consulenza e contabilità, con la partecipazione azionaria dell’amministratore federale e tesoriere Giulio Centemero. È una delle tante operazioni societarie finite al centro di una nota della Uif (Unità di informazione finanziaria, più semplicemente l’Antiriciclaggio), nata da segnalazioni di operazioni sospette dalle banche. La storia è quella di una delle ultime creature dei contabili leghisti Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, amministratori e revisori dei gruppi parlamentari, indagati e agli arresti domiciliari per turbativa d’asta e peculato sul caso del capannone di Cormano.
A ottobre del 2018 i due costituiscono la Mdr Stp Srl: per entrambi il 48% delle quote, il 2% a Centemero e l’altro 2% al senatore leghista Stefano Borghesi, bresciano. Per la costituzione del capitale sociale di 50 mila euro la Uif rileva movimenti che sono ritenuti sospetti e a tratti inspiegabili: per esempio un versamento personale di Di Rubba alla Dea Spa, in cui il contabile di
Casnigo fa confluire molte altre società che esistevano già, una holding di famiglia, per poi utilizzare i soldi nel capitale della Mdr.
Una sorta di andata e ritorno, «un’alimentazione caratterizzata da giroconti». Ma la Uif segnala anche altro, riferendosi invece alla quota di Manzoni. «La provvista per l’emissione degli assegni circolari per sottoscrivere il capitale sociale della società neocostituita proviene da entità direttamente o indirettamente riconducibili alla Lega, a fronte di regolamento di fatture. In particolare, per le quote sottoscritte da Manzoni Andrea, in origine, risultano utilizzati fondi provenienti dal contributo unico omnicomprensivo dei gruppi parlamentari. Al riguardo si fa presente che il regolamento della Camera dei Deputati prevede che i contributi parlamentari sono finalizzati a sostenere gli scopi istituzionali riferiti all’attività parlamentare e alle funzioni di studio, editoria e comunicazione ad essa ricollegabili». Come se ci fosse stata una forzatura sulle regole, da parte di Manzoni, perché la Uif ricollega ai fondi del Parlamento l’utilizzo dei soldi per costituire la sua società, per di più insieme al collega e amico Giulio Centemero, tesoriere del partito.
Un compagine con «persone politicamente esposte», che riceve richieste di spiegazioni (sugli scopi della nuova società), proprio a ottobre del 2018, da una filiale bancaria di Clusone, quando Di Rubba chiede di aprire un conto corrente intestato alla Mdr: «Gli stessi clienti (e cioè i quattro soci, ndr) hanno ritenuto successivamente di non procedere con la richiesta di apertura del conto corrente».
Ci sono passaggi rilevati dalle banche, bonifici che vanno e vengono tra le società e i loro stessi titolari, soldi della Lega e di Pontida Fin che passano anche dalla Mdr (che coinvolge Centemero) e spesso finiscono ad altre società amiche, come la Barachetti Service di Casnigo. Spesso senza «plausibili motivazioni commerciali», scrive la stessa Uif. Una delle certezze è che tra la Dea spa dei Di Rubba, e la Studio Dea Consulting srl condivisa con Manzoni, ci sono risorse che continuano a crescere, anche immobiliari. Per la prima società la Guardia di finanza elenca otto immobili di proprietà: un negozio in via XX Settembre, al civico 27, di 129 metri quadrati, e un’autorimessa di 12 metri quadrati al 70. Due abitazioni e tre box a Desenzano del Garda. Poi, per la Dea spa, uffici privati ad Albino, due abitazioni, da quattro e cinque vani, in via Pignolo a Bergamo, abitazioni e negozi a Clusone,
La segnalazione Giro di denaro ampio, ma per il capitale sociale usati i soldi in arrivo da Roma
A Clusone La banca chiese lumi sulla società e gli azionisti evitarono di aprire il conto
poi ancora un magazzino, quattro box e soprattutto due case piuttosto grandi (che dovrebbero essere ville, con 8,5 vani) a Grumello del Monte. Abitazioni e uffici, per un elenco di 23 unità immobiliari, da sommare alle prime otto. La certezza è che non tutto può essere attribuito all’attività dei due contabili a partire dal 2014. Ci sono anche beni di famiglia, preesistenti. Ma la Guardia di finanza, in questa fase, controlla tutto.