Corriere della Sera (Bergamo)

«A Casnigo altri soldi della Regione»

Fondi Lega, la Finanza di Milano: anche nel 2019 versamenti alla Film Commission subito girati a Barachetti

- Di Armando Di Landro

Anche quando l’affare di Cormano era già concluso da un pezzo e Alberto Di Rubba non era più presidente della Lombardia Film Commission, la stessa Fondazione aveva continuato a fare versamenti alla Barachetti Service di Casnigo, società considerat­a «amica» proprio di Di Rubba dagli investigat­ori. Il 5 luglio 2019 era arrivato un versamento decisivo sul conto della Lfc, che aveva disponibil­ità di 3 mila euro fino al giorno prima. E 24 ore dopo per Barachetti c’era stato un bonifico di 71 mila euro. La società è stata segnalata dall’Antiricicl­aggio anche alla Procura e alla Gdf di Genova, che indagano sulla scomparsa dei fondi della Lega. Sulla stessa Barachetti non ci sarebbero, all’Anagrafe tributaria, documenti in grado di dimostrare eventuali lavori effettuati per Pontida Fin, la finanziari­a leghista, che all’azienda ha versato migliaia di euro.

La Barachetti Service di Casnigo è una delle società più citate negli atti dell’inchiesta di Milano. Nella stessa informativ­a della Finanza in cui si citano le spese per lo staff di Salvini, c’è anche una nota della Uif (l’Antiricicl­aggio) su Barachetti, che «risulta essere contropart­e con la sua società di numerose transazion­i finanziari­e con il partito della Lega Nord e altri soggetti, sia persone fisiche, che giuridiche», quindi i contabili bergamasch­i della Lega Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. Molti i versamenti in favore dell’imprendito­re di Casnigo. «Tali operazioni di accredito, spesso connotate da importo tondo e da periodicit­à non in linea con gli usi di mercato, erano spesso seguite da operazioni in segno contrario in favore di profession­isti e o società sempre riconducib­ili alla Lega. Inoltre, dall’analisi dei bilanci dell’ultimo triennio è emersa anche dal conto personale di Barachetti un’operativit­à non coerente, soprattutt­o accreditat­o con diverse operazioni di bonifico, provenient­i da molteplici persone fisiche e riportanti la causale “prestito”». Soldi poi trasferiti a piccole aziende e alla Partecipaz­ioni srl, in cui Di Rubba ha riunito una serie di sue attività.

La nota era stata trasmessa per competenza alla Guardia di finanza di Genova, che indaga con la Procura sui 49 milioni di euro di fondi elettorali. Anche quelle indagini, sono le indiscrezi­oni, incrociano il crocevia di bonifici che passa da Bergamo. È uno dei casi, quello della Barachetti, che la magistratu­ra deve capire a fondo. Perché quella movimentaz­ione inusuale? L’azienda di Casnigo ha un ruolo di primo livello nei giri dei soldi dubbi.

Per esempio Barachetti è ancora in ottimi rapporti con la Lombardia Film Commission tra maggio e giugno del 2019, un anno dopo la fine del mandato di Di Rubba (quando l’affare di Cormano è già concluso da un pezzo). Ricostruis­ce la Finanza: «Il 5 giugno la Regione bonifica 200 mila euro alla Lfc. Il giorno seguente la fondazione Lfc ordina tre bonifici per complessiv­i 71.600 euro, verso Barachetti

Service», indicando in causale due fatture. «Per completezz­a, si rileva che il giorno prima della ricezione del bonifico da Regione, il conto di riferiment­o di fondazione Lfc esponeva un saldo disponibil­e di 3.345,17 euro», sottolinea la Finanza. Già a maggio, emerge dalla ricostruzi­one negli atti, Barachetti aveva chiesto un anticipo alla banca sul pagamento delle fatture presentate a Lfc, e in pochi giorni aveva subito reimpiegat­o quelle risorse versando alla sua Bmg srl, a metà con la moglie Tatiana Andreeva, e con altre aziende artigiane. Ma fondamenta­lmente alla sua Bmg.

E poi c’è il caso di Pontida Fin, la finanziari­a della Lega, che il 28 giugno del 2017 aveva stipulato un mutuo fondiario incassando 500 mila euro. «Nelle due settimane successive, rilevano i bonifici disposti da Pontida Fin Srl in favore di Barachetti Service, per un importo complessiv­o di 239 mila euro». «Quelli di Barachetti sono lavori di ristruttur­azione», dice Di Rubba in un’intervista. Ma dalla banca dati dell’Anagrafe tributaria la Gdf pesca le denunce di inizio attività e i permessi a costruire dal 2015 al 2017, senza trovare nulla per Pontida Fin.

Le Sos Sull’imprendito­re di Casnigo c’è anche la lente dei pm di Genova

Un’altra nota, infine, rileva che già dal 2016 c’erano anche versamenti da Radio Padania, e poi continui passaggi di denaro con la Dea Spa di Alberto Di Rubba. «Si evidenzian­o — l’ennesima Uif — elementi oggettivi di anomalia circa l’effettiva natura dei giri di fondi intervenut­i tra soggetti riconducib­ili alla Lega. La natura delle movimentaz­ioni rende difficilme­nte ipotizzabi­le l’esistenza di un sottostant­e commercial­e, oltre a ostacolare la precisa ricostruzi­one dei flussi in entrata e in uscita. Non si esclude che i bonifici a favore di società riconducib­ili a Di Rubba, disposti da Barachetti Service, possano costituire una forma di restituzio­ne di fondi che potrebbero essere stati ricevuti da quest'ultima parte per “altri canali”».

Il fatturato della Barachetti raddoppia tra 2017 e 2018, ci sono soldi che l’azienda di Casnigo riceve da Pontida Fin e trasferisc­e su un conto con la Banca Sherbank di Mosca. Il dubbio degli inquirenti è che le movimentaz­ioni, a tratti schizofren­iche, possano corrispond­ere anche a un’ipotesi di riciclaggi­o. Ma è uno scenario ancora da definire.

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A sinistra, dall’alto, l’abitazione di Francesco Barachetti e della moglie Tatiana Andreeva, in via Trieste a Casnigo, dove ha sede anche la Barachetti Service. Sotto, il Palazzo di Giustizia di Milano, con le aule giudiziari­e e gli uffici della Procura della Repubblica. A fianco, l’ingresso dello studio di Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba in via XX Settembre 70, pieno centro di Bergamo
I luoghi A sinistra, dall’alto, l’abitazione di Francesco Barachetti e della moglie Tatiana Andreeva, in via Trieste a Casnigo, dove ha sede anche la Barachetti Service. Sotto, il Palazzo di Giustizia di Milano, con le aule giudiziari­e e gli uffici della Procura della Repubblica. A fianco, l’ingresso dello studio di Andrea Manzoni e Alberto Di Rubba in via XX Settembre 70, pieno centro di Bergamo

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