Corriere della Sera (Bergamo)

«Giri anomali» Cosa svela l’inchiesta

- A.D.L.

Salvo nel caso di Cormano e della presunta compravend­ita concordata, nell’inchiesta sui fondi leghisti non c’è altra traccia di uno sperpero diretto di denaro pubblico. C’è però un mondo di bonifici su bonifici, pagamenti con percorsi poco lineari e società collegate tra loro, che i pm devono decifrare per capire se possano esserci rilievi penali.

Il caso della Barachetti Service di Casnigo che riceve bonifici di continuo dalla Lega per Salvini, da Pontida Fin, da Radio Padania e dalla Lombardia Film Commission, è uno dei più esemplific­ativi in un contesto, pieno di dubbi, che la Procura di Milano deve decidere come definire. Società che ricevono denaro dal mondo vicino alla Lega e poi lo rimettono in movimento o con versamenti ad aziende vicine, oppure con bonifici e assegni agli studi dei contabili leghisti. E i titolari delle stesse aziende, anche Barachetti, che muovono soldi dai loro conti personali, a quanto pare per rimetterli nello stesso circolo. È questa la matassa da sbrogliare e capire, un giro di denari che parte da versamenti della Lega, da Pontida Fin, nel caso specifico di Cormano dalla Lombardia Film Commission (finanziata dalla Regione), ma lo stesso avviene anche dopo Cormano, con soldi versati dal Pirellone e dalla Lfc anche nel 2019.

Non sembra esserci corruzione. Salvo nel caso del capannone acquistato per la fondazione, l’inchiesta non parla di frequente di soldi pubblici sperperati. Racconta di denaro che esce sempre in direzione degli stessi soggetti, anche più di un milione di euro all’anno. Esce per prestazion­i che vengono pagate in modo curioso, per esempio allo staff di Salvini con soldi di una società, la Vadolive, amministra­ta per un certo periodo da una cugina di Di Rubba, profession­e barista. Prestazion­i che, invece di essere saldate in modo lineare, corrispond­ono a movimentaz­ioni «anomale», secondo l’Antiricicl­aggio.

Cosa possa esserci dietro lo sanno forse i contabili della Lega, sempre che ci sia qualcosa. Il dubbio è capire se davvero la Lega e le sue finanziari­e, nel periodo in cui arrivavano i sequestri e le confische dopo la sentenza di Genova, dovessero spendere la mole di soldi che è uscita in direzione di Manzoni, Di Rubba e del loro mondo di società vicine. È una delle chiavi per capire se si tratta di spese corrispond­enti a esigenze vere o meno. Le banche, con le Segnalazio­ni di operazioni sospette, indicano all’Antiricicl­aggio un’ipotesi così definita: la «restituzio­ne di fondi che potrebbero essere stati ricevuti da “altri canali”».

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Eugenio Fusco, procurator­e aggiunto di Milano
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Gli investigat­ori La Guardia di Finanza al lavoro con la Procura di Milano

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