Tone, buona cucina e garbo: un locale fedele a se stesso
Tone era e Tone è rimasto anche quando, correva il 1984, Fiorenzo Innocenti ha raccolto l’eredità del nonno elevando la trattoria di paese a ristorante di rango, perfino insignito a cavallo del terzo millennio della stella Michelin. Riconoscimento prestigioso che non ha smosso di una virgola l’impostazione di un locale che ha fatto delle buone maniere (in sala la moglie Marina) e della solidità della cucina appannaggio di Fiorenzo, i segni distintivi della proposta rimasta sostanzialmente invariata, refrattaria alle mode del momento. Dunque la cucina buona era e buona è rimasta, fedele ai principi che l’avevano fatta apprezzare sin dagli esordi. In questo il Tone è stato ed è encomiabile: nel non aver mai rinnegato lo stile per compiacere a questo o a quello, sempre piedi ben piantati per terra come vuole il carattere dei bergamaschi. Le preparazioni più classiche che ancora oggi costituiscono l’ossatura del menu sono quelle che si fanno più apprezzare: ottimi tra i primi i casoncelli e i tortelli di zucca; a seguire piatto iconico il coniglio al rosmarino con polenta. In alternativa, ma davvero se siete refrattari agli impasti e alle carni, corrette anche le pietanze a base di pesce: composta di gamberi e cappesante con riso venere; tonno scottato al sesamo con dadolata di verdure. Encomiabili, per dedizione, il pane e i dolci fatti in casa. Conti sempre accessibili, sui 40 euro vini esclusi. Diventano convenienti per il pranzo di lavoro: 18 euro per due portate identiche per quantità e qualità a quelle servite alla carta.