Altri due casi di positività nelle scuole
L’esito della campagna di tamponi negli istituti. E l’Inail conferma: Bergamo prima per morti sul lavoro da Covid
Dopo i cinque casi della scorsa settimana, altri due positivi hanno fatto scattare la quarantena per le rispettive classi. Si tratta di un bambino di una scuola dell’infanzia che, dopo aver accusato sintomi compatibili con il Covid, la scorsa settimana era stato sottoposto al tampone: l’esito è arrivato domenica e da ieri nella sua classe è scattato il provvedimento. L’altro è un ragazzo di 12 anni che era stato ricoverato per altri motivi e in ospedale è emersa la positività. Stessa procedura per la sua classe, delle scuole medie. Intanto, dai dati Inail la Bergamasca si conferma a provincia italia più colpita dal coronavirus, con 37 decessi da gennaio.
A una settimana dall’inizio delle lezioni, si allunga l’elenco delle classi che sono state poste in isolamento dopo la scoperta di studenti risultati positivi al coronavirus. Dopo i cinque casi della scorsa settimana, due nuovi provvedimenti sono scattati ieri.
Uno riguarda un bambino di una scuola dell’infanzia, che dopo avere avvertito dei sintomi compatibili con il Covid-19 è stato sottoposto a tampone alla fine della scorsa settimana. L’esito è stato notificato domenica e ieri è stato deciso di mettere in quarantena la sua classe. Il secondo caso riguarda un ragazzo di 12 anni delle scuole medie, che è stato ricoverato in ospedale per un altro problema. Al momento del ricovero è stato sottoposto a tampone come da procedura ed è stata rilevata la sua positività. Visto che il ragazzino aveva frequentato la scuola fino al termine della scorsa settimana, l’Ats ha stabilito la messa in quarantena di tutta la sua classe. La scorsa settimana casi analoghi erano successi a Casnigo, Albino, Torre de’ Roveri e in due istituti superiori di Bergamo. Continua l’attività di controllo dell’Ats nei confronti del personale scolastico e degli studenti. Dopo i 907 tamponi della scorsa settimana, altri 460 sono stati effettuati ieri. Eventuali positività e quarantene dovrebbero essere comunicate già oggi. Da giovedì sarà attivo un nuovo centro prelievi a Martinengo.
Intanto la Bergamasca si conferma la provincia italiana con il maggior numero di decessi sul posto di lavoro a causa del coronavirus: sono stati 37 da gennaio. Secondo l’aggiornamento a fine agosto dei dati dell’Istituto nazionale per gli infortuni sul lavoro, le denunce per infortunio da Covid in Lombardia sono stati 18.779 (il 36% del totale nazionale) con 129 vittime su 303 (42,6%). Le denunce presentate dai lavoratori bergamaschi sono state in tutto 2.453 (il 13,1% del totale lombardo, meno della metà dei milanesi e poco meno dei bresciani), di cui 1.758 donne e 694 uomini. La fascia d’età più colpita è quella fra i 50 e i 64 anni (1.251 persone), seguita da quella fra i 35 e i 49 (851) e quella fra i 18 e i 34 (291), mentre quelli sopra i 64 anni (fascia in cui i lavoratori sono pochi) sono 59.
Nell’ultimo mese le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 in Lombardia sono aumentate di 182 casi (53 avvenuti ad agosto, i restanti riconducibili ai mesi precedenti) con un decesso. Il 78,6% delle denunce suddivise per attività economica riguarda il settore Sanità e assistenza sociale; l’industria registra il 5,9% delle denunce, i servizi il 3,6% (metà dei quali sono lavoratori interinali attivi soprattutto come operatori sanitari e addetti alle pulizie); alloggio e ristorazione occupano il 2,1%. I decessi riguardano per un terzo il personale sanitario e assistenziale. Il resto sono impiegati, conducenti professionali e addetti alle vendite.
Le percentuali
Nell’industria il 5,9% delle denunce di infortunio, sanità e assistenza al 78,6%