Corriere della Sera (Bergamo)

Malanchini, soldi da Manzoni «Lavoro regolare e fatturato»

Al consiglier­e regionale 73 mila euro in tre anni dal contabile arrestato L’Antiricicl­aggio sottolinea la dubbia effettivit­à delle prestazion­i rese

- Armando Di Landro

Sindaco, responsabi­le degli enti locali per il partito a livello regionale (incarico «nazionale» della Lega Lombarda), poi e tuttora consiglier­e al Pirellone, si era trovato a lavorare per chi? Per il contabile del suo stesso partito. Giovanni Malanchini è citato in una nota della Uif (e cioè dell’Antiricicl­aggio) su una serie di pagamenti che erano stati disposti in suo favore da Andrea Manzoni, il commercial­ista di Bergamo e amministra­tore dei conti leghisti, arrestato il 10 settembre insieme ai colleghi Alberto Di Rubba (di Casnigo) e Michele Scillieri (di Milano). Bonifici come corrispett­ivo di fatture mensili, a ritmo costante, per tre anni: 21.960 all’allora sindaco di

❞ Le fatture in questione riguardano un mio rapporto profession­ale con Manzoni, oggetto di un disciplina­re di incarico molto preciso. Non dico di cosa si trattava, non credo di doverlo spiegare ai giornali

Spirano Malanchini, nel 2016, suddivisi in 11 bonifici, poi 2.440 euro per dodici versamenti, per complessiv­i 29.280, in tutto il 2017. Quindi altri 21.960 euro nel 2018. Pagamenti dal libero profession­ista Andrea Manzoni — quindi non dalle società (molte) aperte con il collega Di Rubba — alla Mgf Service di Malanchini, che nel 2017 incassa solo quei soldi.

È vero che già allora Malanchini era una persona politicame­nte esposta, ed è altrettant­o vero che le Segnalazio­ni di operazioni sospette delle banche, che confluisco­no tutte all’Antiricicl­aggio, scattano automatica­mente su chi è esposto in quel senso. Ma in questo caso la Uif mette nero su bianco il ragionamen­to più immediato, sottolinea­ndo la «dubbia effettivit­à delle prestazion­i rese e delle giustifica­zioni causali sottese ai pagamenti». La Mgf di Malanchini non sembrava avere un’attività floridissi­ma eppure, in quel periodo, arrivavano soldi regolarmen­te da Manzoni, che nel 2014 era diventato amministra­tore e revisore della Lega al Senato, nonché contabile del partito con il collega Di Rubba, con la supervisio­ne di Giulio Centemero, già collega universita­rio di entrambi, che li aveva scelti per il nuovo corso.

Sono stati versamenti, quelli di Manzoni, disposti proprio nel periodo più caldo sul quale si concentra l’inchiesta, con più società aperte insieme a Di Rubba, che erano al centro di molteplici giri di denaro, quasi sempre in arrivo dal mondo della Lega o da realtà collegate, come Pontida Fin o Radio Padania. Movimentaz­ioni «anomale» accompagna­te da un’ipotesi della Uif: «La restituzio­ne di fondi che potrebbero essere stati ricevuti da “altri canali”», quindi interpreta­ndo il ruolo dei due contabili non come destinatar­i finali ma come tramite per altro.

Malanchini però è molto chiaro e smentisce ogni tipo di sospetto: «Le cifre citate sono corrette e lorde, corrispond­ono tutte a fatture che possono essere verificate tranquilla­mente: riguardano un mio rapporto profession­ale, oggetto di un disciplina­re d’incarico molto preciso». A domanda precisa, però, il consiglier­e non offre chiariment­i, nel merito dell’incarico: «C’è un’indagine in corso, ho altre priorità che spiegare ai giornali di cosa si trattava, e soprattutt­o mi sento a posto con la mia coscienza. In più, ripeto, chi vuole fare verifiche su quelle fatture può procedere tranquilla­mente».

L’esistenza della segnalazio­ne dell’Unità di informazio­ne finanziari­a sui versamenti di Andrea Manzoni a Malanchini era già emersa in alcuni articoli di stampa. Ma non era noto che il documento fosse stato acquisito dalla Guardia di finanza e dalla Procura di Milano tra gli atti dell’inchiesta che si è aperta partendo dal caso di Cormano e dalla compravend­ita di un capannone che i pubblici ministeri presumono concordata: 800 mila euro della Regione arrivati alla Fondazione Lombardia Film Commission, usati per comprare la nuova sede ma — sostiene l’accusa — poi girati alle società di Manzoni e Di Rubba, tramite altre aziende interposte, come la Eco srl di Pierino Maffeis, originario di Gazzaniga, e la Barachetti Service di Francesco Barachetti, di Casnigo.

«Posso garantire che il mio caso, con fatture regolari e costanti, tutte verificabi­li, rispecchia esattament­e il modo in cui lavorano i due contabili della Lega — commenta Giovanni Malanchini —. In questi anni ho conosciuto due persone perbene, profession­isti seri e meticolosi, che hanno chiesto a tutti, nel mondo del partito, di essere precisi e non tralasciar­e nemmeno una virgola. Hanno messo a punto i bilanci in modo meticoloso. Poi di certo come andrà l’inchiesta non lo so, non posso di certo prevederlo io».

Manzoni e Di Rubba? In questi anni ho conosciuto due persone perbene, profession­isti seri. Per la Lega hanno messo a punto tutti i bilanci in modo meticoloso, chiedendo a tutti di non tralasciar­e nemmeno una virgola Giovanni Malanchini

Sul conto

I versamenti, nel 2017, sono stati l’unico introito della società di Malanchini

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Ex sindaco Primo cittadino di Spirano per due mandati, consiglier­e regionale dal 2018, Malanchini è un fedelissim­o di Salvini

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