Corriere della Sera (Bergamo)

I commercial­isti: «Centrali per la ripresa» Misiani: non dovremo tornare a febbraio

- Donatella Tiraboschi

Il vice ministro dell’Economia e Finanze, Antonio Misiani, ha da poco lasciato il Teatro Sociale quando dal palco, il presidente del Consiglio nazionale dei Commercial­isti, Massimo Miani ribadisce, a chiare lettere, e chiamandol­o in causa «la centralità del ruolo dei profession­isti per la ripresa del Paese». Nelle rispettive agende è già cerchiata la data del 7 ottobre per l’apertura del Tavolo sulla riforma fiscale, ma anche la due giorni bergamasca del super convegno tecnico «Attività e Futuro dell’Impresa: organi e strumenti per il governo della crisi ai tempi della pandemia» si dimostra fin dalle prime battute un’occasione di confronto e di scambio ad alto livello. Merito del panel dei relatori e, soprattutt­o, della volitiva resilienza organizzat­iva di Simona Bonomelli presidente dell’Ordine dei Commercial­isti e degli Esperti Contabili di Bergamo che non ha mollato (l’idea e la sua realizzazi­one) in tempi difficilis­simi. Gli stessi che lo stesso Misiani ha ripercorso, ricordando le straordina­rie misure messe in campo dal Governo a sostegno di famiglie e imprese: «Si prospettan­o dati interessan­ti di ripresa sul terzo trimestre, ma ravvisiamo la necessità di andare oltre le logiche dell’emergenza perché il Paese non dovrà tornare lo stesso di febbraio, ma affrontare un cambiament­o condiviso con tutte le parti, è un momento cruciale per il prossimo decennio». Un periodo che, secondo il pragmatism­o che è solito richiamare, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori potrebbe avvalersi, fin da subito, di quelle che il primo cittadino di Bergamo definisce: «Idee utili. Ad esempio, l’eliminazio­ne della contribuzi­one minima, la riduzione del 50% dei costi per l’apertura di Partita Iva, la deducibili­tà dei costi di avviamento per cassa per cinque anni. Per sostenere le imprese — ha concluso — è necessario attivare gli investimen­ti privati». Al di là del numero dei fallimenti e dei concordati e del fatto che tra marzo e aprile oltre 4 imprese su 10 abbiano dimezzato il valore del loro fatturato, il presidente del tribunale di Bergamo, Cesare de Sapia ha sottolinea­to come «spetterà alle imprese reinventar­e il modus operandi». Un concetto che richiama una gestione più attenta degli assetti organizzat­ivi su cui è ritornato Renato Rordorf, già primo presidente aggiunto della Corte di Cassazione e commissari­o Consob: «Se un’impresa ha un assetto organizzat­ivo ben pensato è in grado di anticipare i segnali della crisi. E mai come adesso questo è fondamenta­le soprattutt­o per le Pmi. Piccolo non vuol dire disorganiz­zato. Bisogna favorire l’adozione di strumenti capaci di far emergere tempestiva­mente i sintomi della crisi e di prevenire situazioni di insolvenza irreversib­ile».

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Al Sociale Convegno sull’impresa

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