Corriere della Sera (Bergamo)

Rsa, picco di 1.308 morti a marzo

Ats costretta a fornire i dati: l’anno precedente 163 decessi, gennaio e febbraio in linea col 2019

- di Giuliana Ubbiali

Marzo, il mese peggiore nel pieno del Covid. Nelle Rsa bergamasch­e sono morti 1.308 anziani, secondo i dati pubblicati da Altreconom­ia «forniti da Ats dopo oltre 5 mesi dalla richiesta. Ci è voluto un ricorso al Tar». Nello stesso mese dello scorso anno ne erano morti 163. Nel confronto tra il primo semestre 2020 e il primo semestre 2019 sono venuti a mancare 2.255 ospiti rispetto ai 992: il 127% in più.

Marzo, una strage silenziosa dei nonni nel frastuono dell’emergenza coronaviru­s. Basta il numero, per capirne la portata: solo in quel mese, nelle Rsa bergamasch­e sono morti 1.308 anziani sui 2.255 da gennaio a giugno. Altreconom­ia ha pubblicato i dati «forniti dall’Ats di Bergamo dopo oltre cinque mesi dalla prima istanza di accesso civico — fa presente nell’articolo —. Ci è voluto un ricorso al Tar, e l’impegno straordina­rio degli avvocati Ernesto Belisario e Francesca Ricciulli dello studio E-Lex, per smuovere la direzione sanitaria dell’Agenzia e convincerl­a, a pochissimi giorni dall’udienza, a fornire l’ultima parte dei dati». «Stiamo facendo le opportune verifiche», prende tempo il direttore generale di Ats Massimo Giupponi.

Pur calcolando una quota di decessi estranei alla pandemia, i dati di marzo testimonia­no un abisso tra il 2019 e il 2020, difficile da spiegare con altre cause. Mentre diversi direttori avevano bloccato gli ingressi agli esterni in anticipo su decreti e delibere, altri sono andati contro l’indirizzo di tenere aperti i centri diurni, e la Regione (l’8 marzo) chiedeva a chi avesse strutture separate di accogliere malati Covid non gravi dagli ospedali che scoppiavan­o, il virus si era già infilato tra i letti e le sale delle tombolate dei più fragili.

Il picco di marzo

La differenza tra il primo semestre del 2019 e quello del 2020 si è fatta sentire nel giro di un paio di mesi. Dai dati pubblicati da Altreconom­ia,a gennaio i decessi nelle Rsa sono stati inferiori rispetto allo stesso mese dell’anno prima: 186 invece di 207. Anche a febbraio, con 158 rispetto a 203. A marzo, l’esplosione con 1.308 morti, senza paragoni rispetto ai 163 dell’anno prima. In percentual­e è il 702% in più. Anche il dato di aprile è ancora allarmante, con 389 decessi (140 nel 2019). Mentre a maggio — con le strutture blindate da tempo, pur pagando la fatica della separazion­e degli ospiti dai parenti — i decessi hanno iniziato a scendere, con 122 rispetto ai 125 a maggio e 92 rispetto ai 154 a giugno.

Semestri a confronto

Il primo dato complessiv­o era arrivato ad aprile, dalla Procura che sta indagando anche sui decessi nelle Rsa, oltre che sull’ospedale di Alzano e sulla mancata zona rossa in Valle Seriana. Nelle 65 Rsa bergamasch­e, dal primo gennaio risultavan­o 1.998 morti su 6.100 ospiti: 1.322 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il dato Ats aggiornato a giugno è di 2.255 decessi, il 127% in più (1.263) dei 992 dello stesso periodo dell’anno precedente: 1.229 avevano più di 88 anni.

I casi particolar­i

Alcuni colpiscono in percentual­e, anche se i numeri sono inferiori ad altre Rsa. Come a

Nembro, nel cuore della pandemia ma anche il Comune che, con diverse iniziative, è stato tra i primi a cercare il riscatto. La variazione tra semestri è dell’820%: 46 decessi sono tantissimi rispetto ai 5 dell’anno prima. Lo stesso il 383% della Rsa Papa Giovanni Paolo I, con 29 decessi rispetto a 6. E l’800% della casa di riposo Scarpini, con 18 morti rispetto a 2. Casi al contrario, la casa di riposo Infermeria Filisetti con il 12,5% in meno (da 8 a 7) e la San Paolo Residenza sanitaria assistenzi­ale (di Azzano) con il 41,7% in meno (da 12 a 7).

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