Corriere della Sera (Bergamo)

Invasione della danza in città con performanc­e a sorpresa Il palcosceni­co? Le panchine Domenica dalle 15 alle 20 gli spettacoli di Per-formare

- D.M.

È nei parchi pubblici o sui marciapied­i. C’è chi la usa per riposarsi, chi come punto di incontro. Chi pratica parkour la salta. Rossa, è un simbolo contro la violenza delle donne. Gigante, è posizionat­a in punti panoramici per ammirare le bellezze del paesaggio. In «Aspettando Godot» è il luogo dove si consuma la scena. Con braccioli anticlocha­rd era diventata della discordia. La panchina, domenica, sarà palcosceni­co per una performanc­e itinerante di danza, promossa dall’associazio­ne culturale ABC Allegra Brigata Cinematica.

Dalle 15 alle 20, nove performer del gruppo «Per-formare» attraverse­ranno il centro cittadino in bicicletta e si fermeranno davanti ad alcune panchine per regalare ai passanti momenti di danza e poesia. «Vogliamo festeggiar­e il ritorno alla vita “in presenza” e la ripresa della danza, che invaderà la città in modo inaspettat­o e contagioso», spiegano gli organizzat­ori, che ogni 29 aprile, Giornata Internazio­nale della danza, organizzan­o eventi per portarla negli spazi urbani. È successo che i danzatori usassero gli attraversa­menti pedonali, organizzas­sero performanc­e in vetrina, animassero la Domus in Piazza Dante, sino alla festa che nel 2018 ha ravvivato via Quarenghi. Il lockdown ha bloccato la tradizione, ma non volendo rinunciare all’idea di «contagiare» la città con l’arte della danza, ABC ha lanciato il progetto «La danza in panchina».

Questa domenica chi passeggerà per le vie del centro stia allerta, potrà imbattersi in parentesi artistiche improvvise. Per evitare assembrame­nti, i promotori non comunicher­anno né luoghi né ora delle performanc­e, che rispettera­nno le normative sulla tutela della salute.

«Abbiamo aspettato il momento in cui sarebbe stato possibile farlo dal vivo — continua l’associazio­ne culturale —. Un modo per sognare, per non smettere di progettare e per andare oltre quei giorni bui. Abbiamo scelto di invadere lo spazio urbano e le sue panchine, luogo sociale per eccellenza, in cui di solito ci si incontra o sempliceme­nte si sta a riposare, a osservare la città o a incontrare qualcuno, senza nessuna necessità da autocertif­icare. Durante il lockdown le panchine erano vuote e sole. E anche la danza è stata messa letteralme­nte in panchina ad attendere un via libera. Ora, con le giuste cautele, è possibile tornare a incontrars­i e a danzare».

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Luogo simbolo Le panchine scelte come simbolo del post Covid

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