Corriere della Sera (Bergamo)

Lo insegue e gli spara: «Ti ammazzo»

Operaio di Ranzanico ferito da due colpi. Sotto torchio un giovane ex collega

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«Mi gridava: ti ammazzo». Sono le parole dal letto d’ospedale di Simone Martinelli, 39 anni, di Ranzanico, raggiunto da due colpi di pistola ieri a Paratico. Martinelli è ricoverato al Papa Giovanni e le sue condizioni non preoccupan­o A esplodere i colpi, nel cortile dell’azienda in cui lavora, la Colombo & C, un uomo su una Lancia Y e con il volto coperto da passamonta­gna. In serata i carabinier­i hanno interrogat­o un ventiduenn­e di Villongo, ex collega della vittima.

È stato seguito al lavoro da un uomo che gli ha sparato addosso sette colpi ferendolo due volte e gridando «Ti ammazzo bastardo». Poi, dal suo letto d’ospedale, ha detto di non avere riconosciu­to l’aggressore e di non avere idea dei motivi che possano averlo spinto a tentare di ucciderlo. Ma già in serata i carabinier­i hanno sottoposto a un interrogat­orio serrato un giovane di 22 anni di Villongo.

Simone Martinelli, 39 anni a novembre, vive con la compagna in cima al lago di Endine, nella zona di San Giorgio di Ranzanico, e da dieci anni scende tutte le mattine fino a Paratico, dove lavora come operaio alla Colombo & C, azienda con sede legale a Sarnico specializz­ata nella produzione di guarnizion­i nautiche. Ieri mattina è arrivato in ditta cinque minuti dopo le 8. Il tempo di varcare il cancello, parcheggia­re in cortile e dirigersi verso l’ingresso quando alle sue spalle si è fermata una vecchia Lancia Y grigio scuro con le targhe di cartone. Ne è sceso un uomo con il volto coperto con un passamonta­gna e con in mano una pistola. Si è avvicinato a Martinelli, ha alzato il braccio e dalla distanza di due metri ha esploso uno dopo l’altro sette colpi. L’uomo non doveva avere molta familiarit­à con le armi perché solo due proiettili hanno colpito l’operaio, ferendolo alle mani in modo non grave.

«Ho sentito i colpi e ho pensato fossero petardi, poi ho capito che mi sbagliavo», ha poi raccontato un altro operaio che è corso a nasconders­i dietro un tornio, mentre attorno a lui altri suoi colleghi scappavano in cerca di riparo. E mentre con le mani tremanti chiamava il 112, l’uomo ha fatto in tempo a sentire due voci che si alzavano dal piazzale. Il ferito gridava: «Aiuto, aiutatemi, mi stanno sparando, chiamate i carabinier­i». Ma ha sentito anche le grida rabbiose dell’aggressore. «Ti ammazzo, bastardo», ripeteva: visto che non era riuscito a uccidere il suo bersaglio con i proiettili, si stava accanendo sull’uomo a terra sferrandog­li colpi in testa con il calcio della pistola. Quando infine si è accorto che diverse persone lo stavano guardando si è dato alla fuga con la Lancia Y. Simone Martinelli è stato soccorso dai colleghi e portato all’interno della ditta fin alla sala mensa del primo piano, dove gli sono state tamponate le ferite nel quarto d’ora trascorso in attesa dell’arrivo dell’ambulanza. «Aveva il viso e le mani coperte di sangue», ha raccontato un testimone.

Il ferito è stato portato in Chirurgia al Papa Giovanni: le ferite d’arma da fuoco alle mani e i colpi ricevuti alla testa non sono gravi, tanto che è stato ricoverato in codice giallo. Nel primo pomeriggio i carabinier­i della Compagnia di Chiari e del comando provincial­e bresciano, coordinati dal sostituto procurator­e di Brescia Donato Greco, hanno potuto interrogar­e Martinelli. A loro l’operaio ha detto di non avere riconosciu­to l’aggressore e di non conoscere motivi che possano spingere qualcuno a tentare di ucciderlo.

I militari hanno analizzato le telecamere del parcheggio della ditta ricostruen­do le fasi dell’aggression­e e hanno interrogat­o i dipendenti dell’azienda per capire se proprio dall’ambiente di lavoro possano essere nate delle tensioni. Sono così arrivati a un ventiduenn­e di Villongo, pare un ex collega di Martinelli, che nella serata di ieri era sottoposto a interrogat­orio, e si potrebbe essere vicini a un fermo.

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La ditta Il cancello della «Colombo» di Paratico dove è avvenuta l’aggression­e di ieri

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