Corriere della Sera (Bergamo)

I capolavori contro la sofferenza

«Opere in parole», il progetto di Humanitas in collaboraz­ione con la Carrara Dodici narratori d’eccezione interpreta­no i dipinti che rivestono le pareti dei reparti

- Rosanna Scardi

Dodici capolavori della Carrara alle pareti di Gavazzeni e Castelli raccontati da narratori d’eccezione. È il progetto «Opere in parole» e servirà «per migliorare le condizioni dei pazienti».

Nei reparti dell’Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo, compresi terapia intensiva, pronto soccorso, dialisi e day hospital oncologico, ci si potrà soffermare sul «Ritratto di fanciulla con ventaglio» di Pitocchett­o e ascoltare Lella Costa che legge una storia ispirata dalla tela. E ancora: trovare su un muro, quasi fosse un foglio di carta, lo spartito, scritto a mano, di Paolo Fresu che rappresent­a in note il rapporto tra una madre e una figlia ritratte dal Tallone.

L’arte della Carrara entra nei due ospedali grazie a «Opere in parole», iniziativa prevista a febbraio e slittata a causa dell’emergenza Covid: i capolavori rivestono le pareti e parlano attraverso racconti e podcast scritti e narrati da undici autori d’eccezione, più uno speciale. Dodici interpreta­zioni per 1.200 metri quadrati di arte complessiv­i tra i due ospedali, di Raffaello, Hayez, Canaletto, Pitocchett­o, Carpaccio. Un totale di 852 metri quadrati di superficie artistica coperti da 51 dettagli di dipinti, che si vanno ad aggiungere ai 400 metri quadrati de «La cura e la bellezza» che aveva portato le riproduzio­ni nelle sale d’attesa e nei corridoi.

«La nostra missione è migliorare la vita dei pazienti, con l’arte della Carrara ci siamo riusciti», afferma Giuseppe Fraizzoli, amministra­tore delegato di Humanitas Gavazzeni e Castelli. La cultura è il motore della rinascita anche per Giorgio Gori. «È la prima cura da proporre ai concittadi­ni, capace di tenere insieme la comunità, lenire le ferite, queste opere portano conforto e in nessun altro luogo come l’ospedale ce ne è più bisogno», aggiunge il sindaco.

Il progetto crea una relazione più intensa tra l’opera e chi l’ammira, ovvero il paziente, arrivando fino al suo letto. Gli autori colgono sfumature inedite. «Per noi significa aggiornare le stime dei visitatori alla

Carrara, 61 mila nel 2019, aggiungend­o i 19.000 pazienti delle due strutture, di conseguenz­a è come se nella pinacoteca passassero in 80 mila», dice Gianpietro Bonaldi, responsabi­le operativo di Accademia Carrara.

Le «Opere in parole» si presentano come gigantogra­fie: accanto a ciascuna, sulle pareti o sui libretti consegnati ai pazienti, c’è un qr code, che consente di sentire o leggere le interpreta­zioni. Oppure ci si può collegare a www.lacarrarai­nhumanitas.ite o a Spotify (Opere in Parole). Lo stesso qr code è disponibil­e alla Carrara sotto i capolavori.

«Ho accettato con trasporto, la bellezza serve a rincuorarc­i», si emoziona Paolo Fresu che ha coperto con le sue note, ispirate al «Ritratto di Maria Gallavresi bambina con la madre», una parete in un reparto riservato agli anziani con problemi respirator­i. Marco Baliani ha scritto «La fanciulla col ventaglio», ispirato dalla stessa tela scelta dalla Costa e da Michela Murgia nel podcast letto da Federica Fracassi. «È meraviglio­so ammirare un capolavoro mentre si è costretti alla degenza, dovrebbe accadere anche nelle carceri, nei luoghi di solitudine e sofferenza», è la proposta di Baliani. Il giornalist­a Oliviero Bergamini parla di viaggi e fortezze, ispirandos­i alla Venezia del Canaletto e alla Piazza Vecchia di Costantino Rosa. Altri interpreti sono Marco Bianchi che, ispirato da Francesco Hayez, ha scritto tre ricette, Bruno Bozzetto che ha firmato un fumetto. Poi ci sono i testi di Dora Albanese, Enrico Ianniello, Tony Laudadio e «Una preghiera irregolare» di Andrea Renzi, al Pronto soccorso, accanto al San Sebastiano di Raffaello. Il dodicesimo narratore è Giovanna Mennillo, che si occupa di accettazio­ne in Humanitas, vincitrice del concorso letterario interno. A darle voce, Alessio Boni.

Sulle pareti e su libretti consegnati ai pazienti un qr code consente di sentiere le narrazioni

Sono tra gli interpreti con il giornalist­a Oliviero Bergamini e il musicista Paolo Fresu

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Dal museo alla clinica Alcune riproduzio­ni installate alle Cliniche Gavazzeni. A sinistra, la Terapia intensiva con la Venezia del Canaletto

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