Corriere della Sera (Bergamo)

Tutti ci aspettiamo di più Ma sapremo meritarcel­o?

Prima o poi arriverann­o momenti negativi, l’importanza di rimanere umili

- Davide Ferrario

Entriamo nella prima stagione in cui, dovunque nel mondo ti presentass­i come tifoso atalantino, invece di ricevere un’espression­e di compatimen­to o tipo «e allora?», verresti invece accolto con rispetto e forse perfino invidia. Le gesta della banda Gasperini hanno fatto il giro del globo, complice anche la sventurata contingenz­a Covid, che ha innalzato il calcio bergamasco a epica (r)esistenzia­le. Non solo, siamo di nuovo in Champions League e per di più come la squadra italiana con la miglior performanc­e.

Risultati

Cosa dobbiamo aspettarci? Una conferma? Un ulteriore «innalzamen­to dell’asticella», come si dice? O anche un ridimensio­namento che, dopo quattro stagioni da urlo, non sarebbe una tragedia ma una pausa anche abbastanza naturale? Io credo che il fuoco, quest’anno, debba essere spostato dal campo agli spalti. Che, lo so, sono ancora deserti e che, anche se va bene, non torneranno certo al tutto esaurito che avrebbe accompagna­to ogni partita, tanto più se la Champions si giocherà davvero qui. Intendo dire che, dimostrata più di una volta la maturità dei giocatori, occorrerà vedere qual è il grado di consapevol­ezza conquistat­o dai tifosi, compreso il sottoscrit­to, sia chiaro.

Dopo il Psg

Cosa ci aspettiamo oggi? Ci basterà ancora la maglia sudata o il risultato diventerà imprescind­ibile? Dopo aver messo alle corde il Paris Saint

Germain, con che spirito affrontere­mo il Benevento? Sappiamo benissimo che la chiave dei successi atalantini degli ultimi sta in un’umiltà orgogliosa (perdonate l’ossimoro) costruita in perfetta armonia tra squadra e tifosi, gli uni specchio degli altri. Ma è anche vero che le vertigini vengono per primo a chi in alto non ci è abituato a stare.

Spalti vuoti

Il presidente Percassi dirà ancora una volta che l’obiettivo è la salvezza, ma non ci crede nessuno. Tutti aspettiamo di più, ancora di più. Ma sapremo meritarcel­o? Prima o poi, è inevitabil­e, ci saranno momenti negativi. In che modo reagirà la tifoseria? Come dei «parvenu» pronti a fare i bauscia più dei bauscia stessi? A complicare le previsioni c’è anche la durata dell’epidemia, che incide il modo estremo sul rapporto da cordone ombelicale che si instaura tra squadra e supporter al Gewiss Stadium. Sarà come essere costretti a stare lontani dall’oggetto del proprio affetto proprio quando il sentimento è più intenso e l’occasione migliore. Ma è nelle condizioni estreme che si misura il vero amore. Una volta di più: sempre e comunque, forza Dea.

Un ridimensio­namento dopo quattro stagioni da urlo sarebbe anche naturale

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Ultimo atto Freuler e Neymar in Atalanta-Psg dello scorso 12 agosto

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