L’Atalanta non si è mai fermata A Torino riparte lo show
L’Atalanta vince 4-2 con il Torino con il Papu in cattedra La novità della doppia punta e la maggiore consapevolezza
Gol, divertimento, risultato e — se possibile — una maggiore consapevolezza della propria forza. L’Atalanta riparte affossando il Torino, in trasferta, per 4-2. Di Gomez, Muriel, Hateboer e de Roon le reti dei nerazzurri che erano passati in svantaggio grazie al gol di Belotti (autore anche del raddoppio granata). Gasp, per l’occasione, ha sfornato la semi-novità del doppio attaccante (Muriel più Zapata). Esperimento riuscito. Ora il prossimo appuntamento è mercoledì, a Roma contro la Lazio.
Nulla è cambiato. O quasi. Perché l’Atalanta segna parecchio, crea un mucchio di occasioni ed è trascinata dal solito leader. Soprattutto, vince. Come dimostra il 4-2 a Torino con i granata che ha visto il Papu «man of the match». Il quasi è legato a due fattori.
Il primo riguarda il modulo tattico. Perché Gasperini solamente in pochissime partite aveva schierato le due punte. Muriel, fino a poche settimane fa, era considerato un alter ego (anche se con altre caratteristiche) di Zapata ed era sfruttato soprattutto a gara in corso. Ieri è partito da titolare, affiancando Duvan, e causando una modifica nella manovra offensiva dei bergamaschi. Che hanno giocato — se possibile — in maniera ancora più incisiva sulle fasce, non limitandosi ad arrivare sulla tre quarti, ma raggiungendo spesso il fondo per sfornare cross a ripetizione verso un’area «riempita» non solo dai due attaccanti, ma anche dall’esterno opposto (non è un caso che Hateboer abbia segnato il momentaneo 3-1, che si sia divorato un altro gol nella ripresa, esattamente come il «gemello» Gosens nel primo tempo).
Appoggiandosi, quindi, poco sul trequartista. Il Papu, posizionato alle spalle degli attaccanti, infatti, ha toccato un numero di palloni «normale». Il guaio (per gli avversari) è che ogni tocco è stato di qualità. Complice una marcatura blanda (per usare un eufemismo) l’argentino ha avuto sempre il tempo per fare la giocata. Come il tiro pieno di veleno che è valso l’1-1 o il lob sopraffino con cui ha innescato Muriel (gol strepitoso) per il 2-1 (sempre di Gomez l’assist per Hateboer).
Il secondo fattore è legato a una questione mentale. Se possibile, i nerazzurri sono ancora più consapevoli della propria forza. Lo si capisce dalla fluidità della manovra e dal non aver perso il controllo quando sono finiti in svantaggio per la rete di Belotti (autore anche del secondo gol del Toro). Insomma, la sensazione, da queste prime battute, è che i tifosi bergamaschi potranno divertirsi anche quest’anno. Stesso divertimento e stessi protagonisti. Non solo il Papu, ma pure Gosens, de Roon (autore del poker della sicurezza) e Freuler hanno giocato in maniera ineccepibile.
I dubbi
Qualche piccolo dubbio sulla difesa. Sutalo necessita di rodaggio. Caldara (il meno convincente dei bergamaschi), probabilmente, di una condizione ottimale. C’è tempo, considerato che alle loro spalle ci sono due come Djimsiti e Romero che ieri non erano a Torino perché squalificati.
Spogliatoi
«Scudetto? Si tratta di un traguardo difficile, sarà un campionato equilibrato. Vediamo dove saremo tra qualche mese ma l’obiettivo è rientrare tra le prime sei. L’esperienza che abbiamo accumulato in Champions League ci sta permettendo di crescere». Non si sbilancia il Papu.
Men che meno lo fa Gasperini al termine del match: «Lo Scudetto non può essere l’obiettivo iniziale ma ci sentiamo più forti dell’anno scorso — le parole dell’allenatore nerazzurro —. La squadra è più matura. La Champions toglie energie ma c’è più consapevolezza e qualità. Quest’anno effettuerò una rotazione più importante rispetto alla scorsa stagione».
L’argentino Per Gomez centesimo gol in carriera e due assist: «L’obiettivo sono i primi sei posti»