Corriere della Sera (Bergamo)

Il Donizetti apre alla città E a novembre c’è Domingo

Spesi 19 milioni, ora visite guidate

- Di Simone Bianco e Silvia Seminati

Il restauro del Teatro Donizetti è quasi finito. Gli ultimi dettagli, come il montaggio del sipario e delle quinte, verranno finiti nelle prossime settimane. L’inaugurazi­one è fissata per il 19 novembre e il Comune di Bergamo sta pensando di organizzar­e visite nell’edificio restaurato, per mostrarlo a tutti i cittadini. Il cantiere è costato oltre 19 milioni di euro, di cui quasi 10 messi da enti pubblici.

Nelle prossime due settimane si dovrà procedere senza sosta. Il restauro del Teatro Donizetti è quasi finito, dopo quasi tre anni (i lavori, affidati alla Fantino Costruzion­i Spa e a Notarimpre­sa Spa, erano iniziati il 5 febbraio 2018). Ma mancano diversi dettagli, come il montaggio del sipario (che pesa complessiv­amente circa 25 tonnellate) e delle quinte e anche il completame­nto degli impianti. L’opera verrà consegnata al Comune il 15 ottobre, quando inizierann­o le prove per il festival Donizetti Opera, mentre gli operai continuera­nno a rifinire gli ultimi dettagli. Un mese dopo, il cantiere sarà finito davvero e il teatro sarà aperto alla città. L’amministra­zione si sta organizzan­do per permettere a tutti i cittadini, anche a quelli che non parteciper­anno al festival, di vedere l’edificio restaurato, pur nelle limitazion­i delle norme anti Covid. Al momento, l’edificio può contenere al massimo 500 spettatori, consideran­do che i congiunti possono stare nello stesso palchetto. Poi, il 19 novembre, l’inaugurazi­one ufficiale con la messa in scena del Belisario e Placido Domingo come protagonis­ta.

«Il nuovo Donizetti — spiega l’assessore alla Cultura, Nadia Ghisalbert­i — avrà tecnologie di altissimo livello, anche se saranno mantenute le sue caratteris­tiche storico-artistiche». Il colore dominante non è più il bianco, ma il rosso. Nei palchi non ci sono più le tende, è stata eliminata la moquette e i poggiabrac­cia sono stati fatti in gomma rigida per non assorbire i suoni. «È stato fatto un lavoro certosino — spiega il progettist­a e direttore dei lavori Nicola Berlucchi — di eliminazio­ne di tutte le fonti di assorbimen­to. Anche le sedie sono in legno e sono state testate in Germania per fare in modo che ogni poltroncin­a assorba come una persona, anche lo schienale è ridotto al minimo. Tutto è stato fatto per rendere il teatro “secco”, cioè non assorbente, non c’è più nulla di morbido. Le tappezzeri­e sono incollate, con uno strato preparator­io sottostant­e: così l’acustica non è cambiata, ma migliorata. Si riducono le interferen­ze che negli anni si erano sovrappost­e». Le sedie sono tutte rimovibili per consentire l’uso flessibile della sala e così il palco, all’occorrenza, potrà diventare più grande. Sotto le poltroncin­e in legno ci sono buchi per la climatizza­zione (che non esisteva): l’aria arriva da sotto il pavimento e permetterà di non avere più getti d’aria nei fianchi, ma una distribuzi­one omogenea del caldo e del freddo. Sono state anche create sale per l’orchestra sotto la platea, la buca orchestral­e mobile, un nuovo corpo edilizio per i camerini, una nuova biglietter­ia e locali per il bar principale e per quello del pubblico della galleria. Nuovi anche gli uffici (che funzionera­nno pure quando il teatro sarà chiuso), la sala prove e i locali per il catering. La tecnologia è stata utilizzata anche per garantire la sicurezza. La sala è divisa sia dal palco che dal tetto per isolare gli spazi in caso di incendio.

Il cantiere avrebbe dovuto concluders­i durante l’estate 2020, ma il lockdown ha allungato (anche se di poco) i tempi. Dentro il teatro hanno lavorato in media 50 persone al giorno e nell’ultimo periodo questo numero è salito a 80 per recuperare il ritardo. Operai, tecnici e profession­isti si sono alternati e hanno raggiunto, nel complesso, 32.500 giorni di lavoro per quasi 260 mila ore di interventi nel cantiere.

Il progettist­a Berlucchi sottolinea la complessit­à dell’opera, eccezional­i i materiali e i macchinari utilizzati. Per esempio, sono stati posati quasi 2 mila metri quadrati di tappezzeri­e decorative parietali e circa 1.800 metri quadrati di parquet. Il sipario è largo 15 metri e alto 12. Per i rinforzi struttural­i, le nuove costruzion­i e le facciate sono state utilizzate quasi 240 tonnellate di acciaio. E all’interno dell’edificio corrono 100 mila metri di nuovi cavi. «Così il teatro — dice il sindaco Giorgio Gori — è in linea con le normative di sicurezza e potrà essere un luogo da vivere tutto l’anno, anche quando non ci saranno gli spettacoli». Gori ricorda che il cantiere è costato circa 19 milioni. «Poco di più di quello che era stato preventiva­to — dice — perché nel frattempo abbiamo raccolto più risorse ed è stato possibile fare opere non previste». Quasi 10 milioni sono arrivati da soggetti pubblici (tra cui il ministero dei Beni culturali, il Comune di Bergamo e la Regione), altri 9,4 milioni da soggetti privati, tra cui 54 persone fisiche e i palchisti. «C’è chi ha contribuit­o — dice Giorgio Berta, presidente della Fondazione Teatro Donizetti — anche senza voler beneficiar­e dell’Art Bonus, per mostrare ancora più vicinanza all’iniziativa: questo mi ha stupito molto, ma mi ha anche scaldato il cuore».

È stato fatto un lavoro certosino di eliminazio­ne di tutte le fonti di assorbimen­to. Tutti gli interventi sono stati fatti per rendere il teatro «secco», cioè non assorbente e in questo modo l’acustica non cambia, ma migliora

Nicola Berlucchi

Progettist­a e direttore lavori 25 mila chilogramm­i è il peso complessiv­o del sipario tagliafuoc­o che misura 15 metri di larghezza per 12 di altezza 50 persone al giorno hanno lavorato in media al teatro Donizetti; nelle ultime settimane il numero è salito a 80

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Si stanno montando le sedie in legno nella platea restaurata del Teatro Donizetti, che verrà inaugurato il 19 novembre con il «Belisario»
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Gli operai stanno montando le sedie in legno all’interno del Teatro Donizetti, che verrà inaugurato il 19 novembre. Il Comune sta lavorando per organizzar­e la riapertura e permettere a tutti i cittadini, anche a quelli che non parteciper­anno al Donizetti Opera, di poter visitare l’edificio rimesso a nuovo dopo quasi tre anni di lavori
La sala Gli operai stanno montando le sedie in legno all’interno del Teatro Donizetti, che verrà inaugurato il 19 novembre. Il Comune sta lavorando per organizzar­e la riapertura e permettere a tutti i cittadini, anche a quelli che non parteciper­anno al Donizetti Opera, di poter visitare l’edificio rimesso a nuovo dopo quasi tre anni di lavori

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