Corriere della Sera (Bergamo)

«Niente sesso con la studentess­a Era amore, le ho regalato l’anello»

Lissone, la difesa del prof rinviato a giudizio per la relazione con l’allieva 16enne

- Federico Berni

Sesso? «Mai». È stato «solo amore». Un sentimento così forte che l’avrebbe spinto anche a regalarle «un anello di fidanzamen­to» realizzato artigianal­mente con le sue stesse mani, a voler suggellare il loro presunto legame. Un «coinvolgim­ento emotivo» che all’uomo, 60 anni, oggi ex docente di lettere presso un istituto tecnico di Lissone (Monza Brianza), è costato il rinvio a giudizio con accuse di atti sessuali con minore «con abuso derivante dalla propria posizione», visto che la destinatar­ia delle sue galanterie era una sua allieva che, all’epoca dei fatti contestati dalla procura, aveva 16 anni.

Vicenda che ha avuto un clamore molto forte, lasciando tante persone incredule nella scuola brianzola (dove non rilasciano dichiarazi­oni), e che ha indotto anche il difensore dell’imputato, l’avvocato Simone Vismara, a rendere note alcune precisazio­ni. Il suo assistito, infatti, nega di aver mai consumato «rapporti sessuali completi» con la studentess­a (come contestato nel capo di imputazion­e), a differenza di quanto sostiene la giovane, la quale ha riferito di due incontri intimi. Quello che l’imputato non può negare sono le effusioni scambiate nelle toilette dell’istituto, visto che un compagno di scuola della ragazza, a giugno 2019, li aveva sorpresi e fotografat­i mentre si baciavano. Foto che era finita negli uffici della dirigenza e che aveva fatto partire l’indagine.

Oltre ai guai giudiziari, la vicenda è costata all’uomo il posto di lavoro, visto che è stato sospeso e licenziato. Decisione contro la quale non ha fatto appello perché, sempre da quanto riferito dalla difesa, gli conveniva «beneficiar­e della cosiddetta quota 100 e andare in pensione». Dopo la segnalazio­ne della scuola alle autorità, la ragazza era stata sentita dai carabinier­i, dicendo solo di provare «stima» per quell’uomo, e «dispiacere» per il fatto che fosse sposato. Pochi giorni dopo, aveva cambiato versione. Lui, in aula, è pronto a giocarsi la carta dell’innamorame­nto, cosa di cui avrebbe parlato anche alla moglie. Da un lato l’accusa dipinge il ritratto di un uomo che era solito fare osservazio­ni esplicite sull’aspetto estetico delle ragazze. Dall’altro, la difesa è pronta a far valere la «fama specchiata» del professore, che per tre anni di fila si è classifica­to primo nel «questionar­io di soddisfazi­one» diffuso tra colleghi e studenti

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