Corriere della Sera (Bergamo)

Stanziati i fondi per partite Iva «Ma i criteri sono sbagliati»

- Francesco Gastaldi

Sono stati i primi a chiudere i battenti per il Covid, saranno gli ultimi a prendere i soldi. Per le partite Iva e gli autonomi della zona rossa lodigiana l’accesso agli stanziamen­ti speciali loro riservati dal Governo come ulteriore aiuto dopo la scoperta del focolaio di Codogno, rischia di diventare l’ennesima guerra con la burocrazia. Definiti a inizio marzo, resi ufficiali del decreto «Cura Italia» e da poco sbloccati da una circolare Inps, sono ancora da chiedere e incassare. Fino a due giorni fa non erano ancora operativi sulla piattaform­a dell’Inps, i 500 euro mensili (fino a un massimo di 1.500 euro a testa) messi a disposizio­ne per i lavoratori autonomi dei dieci comuni lodigiani (Codogno, Casalpuste­rlengo, Castiglion­e d’Adda, Terranova dei Passerini, Fombio, Maleo, Somaglia, Turano Lodigiano, Castelgeru­ndo, San Fiorano) e del focolaio veneto di Vo’ Euganeo. Da un minimo di 500 a un massimo di 1.500 euro nelle intenzioni del «Cura Italia» destinati ad assommarsi ai fondi già stanziati per autonomi, partite Iva, Co.co.co. Un totale di 5,8 milioni di euro per 3.500 persone fisiche, ma irreperibi­li per quasi sei mesi. «Un ritardo ingiustifi­cabile», lo definisce il segretario lodigiano dell’Unione Artigiani, Vittorio Boselli. Dopo segnalazio­ni e proteste, la situazione è parsa sbloccarsi il 18 settembre con la nota del direttore generale dell’Inps Vincenzo Caridi. Poi, più nulla fino a due giorni fa, quando l’opzione di richiesta destinata ai dieci comuni lodigiani è finalmente apparsa. L’attribuzio­ne dei fondi viene determinat­a secondo i giorni di chiusura: 30-68 giorni di stop danno diritto a 500 euro, 68-90 giorni a mille e solo chi ha chiuso per più di 90 giorni prende 1.500 euro. «I criteri sono forzati — commenta Isacco Galuzzi di Confcommer­cio Lodi —: per la zona rossa il lockdown è durato dal 23 marzo al 18 maggio, 86 giorni, quindi i 1.500 euro non andranno a nessuno. Peggio ancora va a chi ha patito un numero di giorni inferiore a 30: non avrà nulla, ma non erano queste le direttive del Cura Italia». «Non possiamo fare errori — rincara Boselli —, ci sono nuclei che vivono sul negozio o sull’azienda di famiglia e magari devono prendere 3 mila euro o piu’, dato che i fondi sono ad personam». Le due associazio­ni hanno consigliat­o i loro assistiti di non precipitar­si a presentare la richiesta finché non sara tutto definito.

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