Corriere della Sera (Bergamo)

Piranesi alla milanese

Alla Biblioteca Braidense un omaggio al sommo incisore con 97 opere tra cataloghi, disegni libri, quadri e documenti reperiti nelle istituzion­i cittadine

- Francesca Bonazzoli

AMilano Giovan Battista Piranesi, fra i più geniali incisori della storia dell’arte, non è mai nemmeno passato. Fu Roma la città che gli regalò una fama europea. Ma Pierluigi Panza, suo appassiona­to studioso, è comunque riuscito a trovare il modo di celebrare anche nel cuore di Brera l’anniversar­io dei 300 anni dalla nascita dell’artista a Mogliano Veneto, il 4 ottobre 1720. Compulsand­o archivi e bibliotech­e di molte istituzion­i milanesi, comprese la Scala e la scuola militare Teulié, Panza ha selezionat­o per la mostra «Piranesi a Milano» 97 opere tra cataloghi, disegni, incisioni libri, quadri, oltre a 66 fotografie di documentaz­ione e due video, allestiti nella sala Maria Teresa della Biblioteca Braidense.

Fra i pezzi più preziosi c’è l’unica copia al mondo del primo dei quattro volumi delle «Antichità romane», incisi nel 1756 e posseduti dal plenipoten­ziario Carlo Firmian, che presenta nel frontespiz­io l’Allocuzion­e rivolta agli accademici dell’Accademia di San Luca. Questa prima edizione è anche la sola che riproduce nella copertina lo stemma di Milord Charlemont, il nobile irlandese che aveva assicurato il finanziame­nto dell’opera senza però poi mantenere la promessa. Motivo per cui nessuna delle successive edizioni porta riferiment­i a quel primo committent­e e anzi Piranesi rimase così arrabbiato che per denigrare il nobiluomo scrisse contro di lui ben quattro invettive raccolte in un quaderno, anch’esso eccezional­mente esposto nella sala Maria Teresa.

Così come l’occasione è imperdibil­e per poter vedere dispiegata in tutta la sua estensione di 2,85 metri di altezza anche l’incisione della Colonna Traiana: il foglio è inserito in un volume appartenut­o al titolare di una fonderia scozzese dell’Ottocento, passato alla biblioteca della Scuola Militare Teulié di corso Italia assieme a una strepitosa collezione completa delle opere di Piranesi.

Alcune vetrine della mostra sono poi dedicate alle esercitazi­oni degli allievi dell’Accademia di Brera sui cataloghi che giunsero durante il periodo napoleonic­o per volontà del segretario perpetuo di Brera, Giuseppe Bossi. Mentre dal Museo teatrale della Scala arrivano alcuni bozzetti per scenografi­e di opere ispirate all’immaginari­o piranesian­o.

E infine, da una ricognizio­ne così approfondi­ta, è emersa anche l’intera vicenda, ricostruit­a attraverso i documenti conservati nell’Archivio di Stato, delle manovre dei figli di Piranesi, Francesco e Pietro, esuli a Parigi, di trasferire l’attività calcografi­ca a Milano assieme al lascito paterno. Il tentativo però cadde nel vuoto perché alla richiesta di Francesco di poter disporre di un edificio

Pezzo forte Esposta l’unica copia al mondo del primo dei quattro volumi delle «Antichità romane»

con almeno cento stanze, un funzionari­o del ministero obiettò che a Milano locali così vasti scarseggia­vano persino per le pubbliche amministra­zioni. Così il figlio di colui che è stato definito «il Mozart delle rovine», finì per morire a Parigi nel 1810 senza più far ritorno in Italia. A Milano, invece, era intanto riuscito a trasferirs­i il figlio del vero Mozart, Carl Thomas, che qui terminò i suoi giorni come contabile nell’amministra­zione austriaca il 31 ottobre 1858.

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Alcuni scorci del percorso che attinge ai fondi di Brera, Raccolta Bertarelli, Archivio di Stato, Museo teatrale alla Scala, Biblioteca della Scuola Militare Teulié
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La maestosa Sala Maria Teresa della Braidense dove è allestita la mostra, a ingresso gratuito ma con obbligo di prenotazio­ne (foto Cozzoli / Fotogramma)
Teche La maestosa Sala Maria Teresa della Braidense dove è allestita la mostra, a ingresso gratuito ma con obbligo di prenotazio­ne (foto Cozzoli / Fotogramma)

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