Treviglio, salta l’accordo M5S e dem divisi al voto
Proseguono invece le trattative tra i dem e le altre forze di minoranza
A Treviglio salta l’accordo per la corsa a sindaco della città, nel 2021, per fronteggiare il centrodestra che amministra da 10 anni. Non ci sarà, dunque, un candidato comune per M5S e Pd, che prosegue le trattative con le altre forze di minoranza. I grillini avevano posto la condizione di una forte connotazione civica e una lista senza simboli.
In vista del voto amministrativo del 2021 a Treviglio le strade del Pd e dei Cinquestelle si dividono. Dopo l’incontro di venerdì sera, tramonta la possibilità di un’alleanza tra i due partiti come perno per cercare di fronteggiare il centrodestra che amministra la città da 10 anni e si ripresenta con la guida del sindaco uscente Juri Imeri.
La rottura è stata ufficializzata ieri dal meet-up grillino. «Nonostante gli sforzi comuni — si legge in un comunicato — al di là degli intenti di condividere un programma su cui si è manifestata condivisione da parte del Pd, non si è andati avanti. In settimana scioglieremo ogni riserva». Poche parole che, nonostante la chiusura pro forma, sono un epitaffio su una trattativa che è durata tutta l’estate ed è diventata via via un braccio di ferro. Per l’alleanza i grillini hanno sempre posto la condizione di una forte connotazione civica. Per questo il segretario del circolo Pd di Treviglio, Davide Beretta, ha iniziato delle consultazioni alla ricerca di un candidato della società civile. Un lavoro che è terminato raccogliendo la disponibilità di Daniele Migliazzi, ex dirigente bancario del mondo del credito cooperativo, che però è un tesserato del Pd. Una pecca non superabile per il M5S che ha replicato mettendo in campo come possibili candidati sindaci due suoi esponenti Emanuele Bottinelli e Francesco Steffanoni. Non solo, i grillini hanno chiarito che per loro la sola formula praticabile per arrivare al voto era una lista unitaria senza simboli di partito. Una formula irricevibile per i democratici che a Treviglio vantano il circolo con il maggior numero di iscritti della provincia. Neanche il cambio di posizione a livello nazionale con il M5S che a luglio ha aperto alla possibilità di alleanze politiche nelle realtà locali ha fatto cambiare le carte in tavola per il meet-up trevigliese che ha storto il naso anche all’emergere tra i democratici della candidatura di
Matilde Tura. Mentre passavano le settimane la posizione dialogante, rappresentata tra i grillini dal consigliere comunale Emanuele Calvi, è risultata sempre più minoritaria. Lo si è toccato con mano a inizio settembre quando Calvi è stato accompagnato dai due candidati del M5S alla conferenza stampa per presentare una base programmatica in 11 punti su cui chiedeva la condivisione al Pd. In quella occasione però non solo non era arrivata alcuna apertura sulla formula della coalizione ma Bottinelli aveva avvertito i dem: «La pazienza sta per finire». Un muro contro muro da cui non si è più usciti e con il passare delle settimane anche nel Pd hanno iniziato a prendere forza le posizioni che consideravano l’affiancamento dei due simboli più un problema che un valore. Si è arrivati così all’incontro di venerdì in cui i grillini hanno tirato una riga annunciando la loro non disponibilità all’alleanza assicurando al massimo un patto di non belligeranza. «Ci hanno comunicato — conferma Beretta — che hanno deciso di andare al voto da soli. È una scelta che rispettiamo e sulla quale non vogliamo entrare. Noi proseguiremo nel percorso per creare una coalizione. Dopo gli incontri con Italia Viva e Azione, questa settimana abbiamo visto le rimanenti forze presenti in consiglio comunale sia che rappresentino partiti sia forze civiche».