L’antinfluenzale ai bambini Incognita pediatri
Ancora da definire le procedure per la somministrazione ai bambini fino ai 6 anni: «Tempi stretti»
Anche per i bambini fino ai 6 anni, quest’anno, la Regione ha previsto il vaccino antinfluenzale gratuito. Ma il piano che coinvolgerà i pediatri del territorio è ancora da definire e il tempo stringe.
Sui vaccini antinfluenzali i medici di medicina generale e i pediatri battono da prima dell’estate. Ora, l’Ats annuncia i primi dettagli del piano che garantirà la copertura delle fasce a rischio, dunque malati cronici, donne incinte, anziani sopra i 60 anni. E i bambini fino ai 6 anni. Individuate le 93 sedi messe a disposizione dai comuni, per gli adulti sono stati arruolati 256 professionisti. E per i più piccoli?
«Ci piacerebbe saperlo — esordisce Luigi Greco, pediatra a Bergamo e consigliere (ricandidato) dell’Ordine dei medici —. Non abbiamo ancora ricevuto comunicazioni ufficiali su come saremo coinvolti, anche perché si dovrà passare da un accordo aziendale». Se per i medici di base la campagna per il vaccino antinfluenzale gratuito è esperienza rodata, per i pediatri è un inedito. «Siamo ancora in una fase interlocutoria — conferma Ezio Finazzi, studio a Villa d’Allmè e un incarico da segretario regionale del Simpef, il sindacato medici pediatri di famiglia —. Ci sono vari aspetti da chiarire, ad esempio se ci vorrà o meno la seconda dose per i bambini mai vaccinati in precedenza».
Al momento, è prevista, ma sul punto in Regione è in corso un dibattito. Bastasse una sola dose, si potrebbero risparmiare vaccini (da destinare ad altri pazienti) e non poco impegno (la seconda somministrazione è da fare a distanza di un mese). «Non è detto che i pediatri aderiscano in massa — osserva Manuele Gnecchi, vice segretario provinciale del Simpef e pediatra a Gazzaniga —. Speriamo in un adeguato incentivo economico e che i vaccini arrivino il prima possibile. Avremo pochissimo tempo e tantissimo lavoro». Secondo i dati dell’Ats, sono 25 mila i bambini sotto i 6 anni. «È stata indicata la data del 15 novembre — aggiunge Gnecchi —. Se dovessero esserci ritardi, diventerà impossibile finire entro Natale». Al momento non è stato stabilito nemmeno se saranno usate le sedi alternative già individuate da Ats. «Per organizzarci nei nostri studi saremmo dovuti partire ora — dice Greco —. Con il distanziamento da rispettare e le persone da gestire, tenuto conto che un bambino è sempre accompagnato da un genitore, non è così semplice». Guardando alle note positive, «se riusciamo a dimezzare le febbri, sarà molto più semplice gestire gli eventuali casi di Covid. Inoltre — è il dottor Gnecchi —, la Regione ha acquistato un vaccino che non si inietta ma che è sotto forma di spray nasale. In Italia non lo si era ancora sperimentato, sarà interessante farlo». Con un gruppo di pediatri bergamaschi Gnecchi ha anche avviato una ricerca che durerà tutto ottobre sui sintomi nei bambini: «Essendo quasi sempre asintomatici — spiega — ancora non abbiamo idea di quali sintomi sviluppino. Incrociando i dati dei tamponi positivi nelle scuole con quelli dei sintomi, contiamo di ricavare informazioni utili».
A scuola, non va male. I casi sono pochi, quasi sempre isolati e riguardano per lo più studenti dalle medie in avanti. I risultati dei test stanno arrivando entro le 24 ore. Per il presidente dell’Ordine dei medici Giudo Marinoni «in prospettiva andranno adottati test rapidi. Quando aumenteranno le febbri, il rischio è di non stare al passo». I pediatri stanno chiedendo alla Regione indicazioni più precise sui sintomi per effettuare il tempone. Ora, l’accesso è consentito anche con un solo sintomo e non è obbligatorio consultare il pediatra. Il pericolo è di richiederlo anche quando è inutile farlo.