Preghiera, studio e battaglie civili
In via Francesco Sforza dietro un’antica facciata del 1200 Daniela di Carlo guida una comunità di 600 persone impegnata su tanti fronti, dall’ecologismo alla parità dei diritti
Forse neanche i milanesi doc ricordano bene l’origine dei ruderi in mattoni rossi al centro dello spartitraffico tra via Albricci e piazza Missori: sono i resti della chiesa di San Giovanni in Conca, una delle più antiche basiliche paleocristiane cittadine di cui oggi restano intatte tre cose: gli affreschi medievali (conservati al Castello), la cripta ipogea (cui si accede dal centro della piazza) e la facciata del 1200. Quest’ultima, però, smontata nel dopoguerra e riattaccata all’edificio dell’attuale Chiesa Valdese di via Sforza. Come mai? «La nostra comunità è a Milano fin dalle sue origini, nel XII secolo, e nonostante le persecuzioni, ai tempi aveva addirittura una scuola per predicatori», spiega la pastora Daniela di Carlo. «I valdesi non avevano vita facile: pregavano in locali di fortuna ed erano perseguitati soprattutto perché rifiutavano figure intermediarie tra i fedeli e Dio e perché avevano dato un ruolo significativo alle donne, che predicavano al pari degli uomini. Attacchi continuati per secoli, anche dopo il 1532, l’anno dell’adesione dei Valdesi alla Riforma protestante diffusa in Germania e in Svizzera, con conseguente rinuncia alla predicazione femminile (reintrodotta solo nel 1960). Per il riconoscimento ufficiale bisogna arrivare al 1848. E, a quel punto, serviva una chiesa».
La comunità ottiene così l’utilizzo di quell’antica basilica di piazza Missori, ormai abbandonata. Ma l’edificio non ha vita facile: prima deve essere rimpicciolito per far posto al nuovo assetto stradale, poi viene semidistrutto dai bombardamenti della Guerra Mondiale. Da qui l’idea di costruirne una nuova da un’altra parte, recuperando però la facciata originale e finalmente, nel 1952, viene consacrata la Chiesa di via Sforza. «Una chiesa che, nel 2016, durante il censimento dei Beni Culturali, è stata inserita come “bene di rilevanza artistica” nei registri delle architetture del Novecento e, più di recente, ha ottenuto la certificazione europea Green Friendly Gallo Verde perché abbiamo ridotto all’osso il consumo della carta e della plastica», continua di Carlo. Accanto alla chiesa c’è la libreria valdese Claudiana, conosciuta e frequentata da studenti e studiosi delle religioni, è anche una casa editrice e offre corsi di greco e di ebraismo biblico tenuti dai rabbini della vicina sinagoga.
«Oggi la comunità conta circa 600 membri che ogni domenica si radunano per il culto qui o in una delle case private dove organizziamo incontri di preghiera». Quella dei valdesi, però, non è una comunità dedita solo alle questioni dello spirito: dalle battaglie per il testamento biologico a quelle per il riconoscimento delle unioni omosessuali (i valdesi benediscono le coppie gay dal 2010) ha sempre preso posizioni forti su tante questioni di attualità. In Chiesa, per esempio, una sedia con una borsa rossa e, a terra, delle scarpe anch’esse rosse, è lì a ricordare ai fedeli il dramma dei femminicidi. Mentre, insieme al comune di Milano, la comunità ha promosso la creazione delle Stanze del Silenzio, luoghi senza una connotazione confessionale precisa dove persone di fede differente possano raccogliersi in preghiera. Per ora ce ne sono solo tre, in due ospedali e una casa di riposo, ma è un inizio.