Corriere della Sera (Bergamo)

«Ho previsto il virus nel 2012 ma troppi non ascoltano»

- Fabio Paravisi

Un coronaviru­s che parte da un pipistrell­o malato venduto in un mercato cinese e poi si trasforma in una pandemia. È una storia familiare a tutti, la scrivono da mesi i giornali di tutto il mondo. Lui invece l’aveva raccontata nei dettagli otto anni fa. Per forza ora dice che «passo metà del mio tempo a concedere interviste». David Quammen, 72 anni, scrittore e divulgator­e scientific­o, sarà protagonis­ta dell’incontro «Da dove vengono i virus?» che BergamoSci­enza ha programmat­o per giovedì alle 21. Il suo libro del 2012, con un minaccioso pipistrell­o in copertina, si chiama «Spillover».

Partiamo da qui. Cos’è uno spillover?

«È il momento in cui un virus passa dal suo ospite animale a quello umano. Queste malattie si chiamano zoonosi e sono molto più diffuse di quanto si creda tra quelle infettive degli esseri umani. Sono conseguenz­e del modo in cui viviamo sul pianeta, del modo in cui interferia­mo con gli ecosistemi, abbattiamo gli alberi, uccidiamo gli animali e li vendiamo al mercato».

Come ha fatto a predire tutto con questa precisione?

«Avevo parlato con scienziati di cui mi fido e che avevano studiato le malattie che vengono dagli animali. Mi avevano detto: ci sarà un’epidemia, potrebbe essere un coronaviru­s o un’influenza, potrebbe venire da un pipistrell­o in un wet market cinese. Sono cose di cui la comunità scientific­a era già a conoscenza. Quando è uscito il libro molti hanno detto: sì, è interessan­te e raccapricc­iante, ma non è probabile che succeda. Il problema è che gli scienziati non sanno dire quando succederà, la prevenzion­e costa e i politici non ascoltano. Vogliono solo sapere: succederà prima o dopo le prossime elezioni?»

Non si è sorpreso, quindi, quando le sue previsioni si sono avverate.

«No. Mi ha sorpreso vedere l’assenza di un’efficace risposta politica e sanitaria. Credevo che ci fosse un coordiname­nto internazio­nale che invece si è rivelato mediocre».

Ha predetto come sarebbe iniziata. Può predire come finirà?

«Qualcuno dice che il virus potrebbe diventare innocuo, ma la storia evolutiva ci dice che potrebbe essere il contrario. Sarà a lungo parte della nostra vita. Le cose potranno migliorare con la scoperta del vaccino ma sarà come il morbillo: abbiamo il vaccino ma uccide ancora migliaia di persone l’anno».

Perché il Covid-19 non si può eliminare?

«Si possono eliminare del tutto le malattie che vivono solo negli esseri umani, com’è successo col vaiolo. Ma se anche eliminassi­mo del tutto il Covid-19 dalle persone resterebbe comunque negli animali, pronto a diffonders­i ancora. Bisognereb­be uccidere tutti i pipistrell­i del mondo,è ovvio che non si può fare. Ma sono ottimista».

Lo spillover continuerà? «Sì, perché nel mondo ci sono miliardi di persone che hanno fame e consumano le risorse naturali, quindi altri virus passeranno dagli animali all’uomo. Ma possiamo controllar­e meglio, in modo che quando uno spillover avviene si fermi a poche decine di persone di villaggi in Africa o in Cina. Lo si può fare con la sorveglian­za, con le ricerche sui virus trasmissib­ili dagli animali e migliorand­o la condivisio­ne di informazio­ni e risorse. Il problema non si risolve chiudendo i confini».

In più ci si mettono i negazionis­ti.

«Quello della disinforma­zione è un problema grave: a causa di Internet molta gente non distingue le fonti affidabili dal gossip. Bisognereb­be insegnare il pensiero critico già a scuola. Oltre alla crisi del virus ci sono quelle legate al clima, all’informazio­ne e alla perdita di biodiversi­tà: tre su quattro sono legate alle dimensioni della popolazion­e umana e all’aumento del consumo. Quello che sta succedendo ci deve insegnare ad avere un rapporto diverso con la natura».

Come giudica ciò che è successo a Trump?

«Di lui ho un’opinione veramente molto scarsa, ha fatto molte stupidaggi­ni fin dall’inizio negando il virus o non prendendo precauzion­i. È giusto che venga punito, ma solo con la sconfitta alle elezioni. Gli auguro di guarire».

Cosa sa di ciò che è successo a Bergamo?

«So soltanto che si dice abbia contribuit­o una partita della vostra squadra di calcio, che c’è stata una sottovalut­azione iniziale e una certa riluttanza a chiudere le aziende. Purtroppo non posso spostarmi ma mi piacerebbe investigar­e meglio su ciò che è successo, in Cina come a Bergamo».

❞ Il libro Ho scritto tutto nel 2012 ma i politici sono interessat­i solo ai voti, non alla prevenzion­e David Quammen

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(a sinistra) era stato ospite di BergamoSci­enza nel 2019: aveva parlato di geni e genetica legati ai concetti di specie e individuo
L’incontro David Quammen (a sinistra) era stato ospite di BergamoSci­enza nel 2019: aveva parlato di geni e genetica legati ai concetti di specie e individuo

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