Ancora frane Iniziano i lavori
Dopo i nubifragi del weekend la montagna continua a franare: nuovi casi sono stati segnalati a Oltre il Colle, Taleggio e Castione. Partono i primi cantieri e si sta cominciando a fare la conta dei danni: serviranno oltre 600 mila euro a Cusio e 250 mila a Val Brembilla. La Regione ha chiesto al governo lo stato d’emergenza. E il lago d’Iseo a Costa Volpino (foto) è coperto dai detriti trascinati dall’Oglio.
Oltre 600 mila euro per i lavori a Cusio, 250 mila euro per quelli a Val Brembilla, e il conto per sistemare le frane cadute sabato e riaprire le strade non è ancora chiuso. Il cielo sulle valli è ancora grigio e l’altra notte altri nubifragi si sono scaricati sulle frane cadute sabato: 81 millimetri a Oneta, 20 a Valbondione, 14 a Peghera, 13 a Lizzola. E la montagna continua a franare. A Oltre il Colle 5 mila metri cubi di terra sono scivolati lungo il versante in via Pandughetto, di servizio alle seconsi de case. Il materiale non è finito sulla strada sottostante che è comunque stata transennata e si sta monitorando quella a monte. A Taleggio uno smottamento ha isolato la frazione Pizzino ma già oggi la strada dovrebbe essere riaperta. A Castione un muro di sostegno ha ceduto, provocando uno smottamento sulla strada per la località Priona.
Ma si tratta ora di riparare i danni di sabato. I disagi più grossi sono quelli provocati dal cedimento della provinciale a Val Brembilla, che ha continuato a perdere pezzi. Per i lavori sono previsti sei mesi e 250 mila euro, la Provincia sarà al lavoro da oggi. Nel frattempo i 500 abitanti di Peghera e i 300 di Gerosa dovranno rassegnarsi a lunghi giri. Più costosi i lavori per i duemila metri cubi franati a Cusio: serviranno oltre 600 mila euro, 100 mila dei quali già stanziati dalla Regione. Il Comune ha iniziato con cautela a liberare un tratto di strada per permettere il passaggio delle persone isolate. Ma prima di spostare il materiale sta cercando di accertare la stabilità del versante montuoso e capire se c’è il rischio di ulteriori crolli. Per ora si calcolano due settimane per la riapertura della strada e altre due per la messa in sicurezza.
La situazione di Valbondione sarà analizzata in un tavolo di coordinamento oggi in Provincia. Perché ai Dossi la provinciale è stata riaperta a senso unico alternato, ma resta un lungo elenco di danni. Non solo alla strada ma anche alle tubature idriche, del gas e ai cavi elettrici. Lo stesso tipo di impianti e sottoservizi troncati dallo smottamento di un lungo tratto della pista ciclabile ad Ambria di Zogno. Uniacque, che già durante il fine settimana aveva allertato tutti i reperibili, sta ora preparando le riparazioni. In elenco ci sono appunto la rottura di 20 metri della conduttura di Ambria che serve Endenna e Somendenna e 20 metri anche a Valbondione, poi lo scalzamento di un lungo tratto della nuova condotta del depuratore di Villa d’Ogna, allagato dal Serio, così come la stazione di sollevamento fognario di Filago è stata allagata dal Brembo.
Si può capire l’entità della pioggia di sabato andando a Pizzo di Costa Volpino. In quel punto i detriti trascinati dall’Oglio in piena nel lago d’Iseo vengono risospinti verso le rive a nord dalle correnti. Si accumula di tutto: da piante e rami fino a rifiuti e grossi tronchi. In tutto 400 tonnellate di materiale che si sono aggiunte alle 500 tonnellate già portate a valle dai temporali di fine estate. L’Autorità di Bacino ha fatto entrare in azione il suo battello spazzino: il materiale sarà depositato sulla riva e poi smaltito. Le piogge hanno anche riempito ulteriormente un tratto di 300 metri del tratto in trincea della Villa d’Almè-Dalmine a Paladina già allagato in settembre: si calcola che ci siano 7 milioni di litri d’acqua.