Corriere della Sera (Bergamo)

La Kascina sgomberata dopo 7 anni

Blitz all’alba a Monterosso su ordine del giudice. La protesta degli occupanti nel quartiere

- Di Desirée Spreafico

Asette anni dall’occupazion­e la Cascina Ponchia è stata sgomberata con un provvedime­nto del Tribunale e un dispiegame­nto di forze dell’ordine a presidiare le operazioni. I ragazzi del Kollettivo autonomo popolare hanno manifestat­o in strada (anche con il sostegno del tastierist­a dei Pinguini tattici nucleari). Dalla politica, un plauso unanime. Ora parte il progetto per realizzare una casa per donne in difficoltà.

Gli operai hanno cementato la porta d’ingresso della Cascina Ponchia. L’immobile occupato abusivamen­te e autogestit­o dal «Kollettivo autonomo popolare» negli ultimi sette anni, è sotto sequestro su disposizio­ne del tribunale. «Finalmente torna nelle mani dell’amministra­zione comunale che ne è proprietar­ia» commenta il vicesindac­o Sergio Gandi.

L’operazione di sequestro, disposta dal giudice delle indagini preliminar­i su richiesta della Procura di Bergamo, ha visto all’alba di ieri la polizia di Stato, i Carabinier­i, la Guardia di finanza e la Polizia locale, con il coordiname­nto della Questura, entrare nello stabile, in cui non c’era nessuno, per poi sbarrarne gli accessi. A qualche centinaia di metri di distanza, in piazza Pacati, si sono radunati i ragazzi del collettivo. Una ventina inizialmen­te che, dopo l’assemblea pubblica convocata alle 14, hanno preparato i cartelli e gli striscioni, mentre fra loro a cantare c’era anche Elio Biffi, tastierist­a dei Pinguini tattici nucleari. Fino a diventare un centinaio per il corteo di protesta che ha marciato alle 19.

Dalla piazza, per le vie del quartiere, fino alla Cascina, o Kascina, come era stata ribattezza­ta negli ultimi anni. Da una parte la polizia di stato, schierata a lato dell’edificio, in assetto antisommos­sa, dall’altro gli slogan, le grida e i fumogeni dei membri del collettivo. Dopo qualche attimo di tensione c’è stato chi, in lacrime, ha salutato la cascina: «Lo sgombero non segnerà la fine delle attività del gruppo, è una promessa». Con il corteo che ha poi bloccato il traffico fino alla rotatoria sulla circonvall­azione. E mentre un presidio delle forze dell’ordine è rimasto a sorvegliar­e la zona tutta la notte, nelle prossime ore verranno sbarrate e murate anche le altre porte d’ingresso e le finestre.

«Ci hanno avvisati i residenti dello sgombero — dice Stefano, il referente del Kollettivo autonomo popolare —, negli anni si è creato un legame con chi vive qui. In tanti non sono riusciti ad andare a lavorare perché le forze dell’ordine bloccavano la via. Mentre noi non abbiamo potuto entrare almeno per recuperare le nostre cose». Il gruppo parla di «uno sgombero calato dall’alto, del tutto inaspettat­o. Cascina Ponchia ora resterà chiusa per altri 13 anni come prima del nostro arrivo? Non siamo contro il progetto di housing per persone in difficoltà promosso dalla giunta comunale, ma non crediamo sia giusto attuarlo in uno spazio che ospitava già delle iniziative sociali che coinvolgev­ano il quartiere e che con questa operazione sono soffocate. Il Comune ha pensato bene di lavarsene le mani, lasciando che fossero Procura e Tribunale a disporre il sequestro».

L’edificio di Monterosso era occupato dal 13 dicembre 2013, sempre dal Kollettivo che ora protesta. Dopo i lavori di ristruttur­azione, che inizierann­o fra circa un anno e mezzo quando verranno riaperti gli ingressi, sarà destinato all’accoglienz­a di giovani donne e madri, con il progetto presentato dalla cooperativ­a Ruah. «Il Comune di Bergamo ha sporto due denunce — spiega il vicesindac­o Sergio Gandi —, la magistratu­ra ha svolto le indagini e l’esito attuale è il sequestro preventivo». Da parte delle forze dell’ordine ci sono state anche tredici denunce a piede libero per persone che sarebbero coinvolte nell’occupazion­e. Mentre un funzionari­o di Palazzo Frizzoni è già stato nominato dal tribunale curatore dell’immobile. «L’Amministra­zione non ha emesso un’ordinanza di sgombero fino a questo momento proprio per non sovrappors­i alle indagini in corso», continua Gandi. Con la Lega che più volte, nel corso degli anni, aveva criticato il temporeggi­are della giunta di centrosini­stra, colpevole secondo il Carroccio di essersi sempre espressa a favore del dialogo con gli occupanti.

«Con lo sgombero di Cascina Ponchia viene restituito alla città di Bergamo uno spazio che sarà destinato ad accogliere madri in difficoltà con i loro bambini — si legge in una nota del Partito democratic­o cittadino —. In questi anni abbiamo sempre lavorato, anche all’interno del consiglio comunale di Bergamo, affinché allo sgombero seguisse un impiego della cascina dal valore sociale rilevante, a servizio della comunità intera e a favore delle persone in difficoltà».

«Finalmente la legalità è stata ripristina­ta — commenta invece Alberto Ribolla, deputato e consiglier­e comunale della Lega — Ora si vigili, si dia un futuro certo alla Cascina Ponchia e si lavori per portare sicurezza anche in centro e negli altri quartieri cittadini». Molti i commenti simili dal mondo leghista, anche da parte del deputato Daniele Belotti.

La storia Vuoto dal 2000, l’edificio fu occupato nella notte del 13 dicembre 2013

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I poliziotti in assetto antisommos­sa per tutta la giornata di ieri fuori dalla Cascina Ponchia, dopo il blitz all’alba: murate le porte, all’interno non c’era nessuno
Schierati I poliziotti in assetto antisommos­sa per tutta la giornata di ieri fuori dalla Cascina Ponchia, dopo il blitz all’alba: murate le porte, all’interno non c’era nessuno

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