Locali, non c’è stop «Ma le regole vanno rispettate»
Niente orari ridotti, la scelta del governo. La strigliata dell’Ascom sulle misure anti Covid
I locali tirano un sospiro di sollievo, dopo che il governo non ha anticipato gli orari di chiusura per bar e ristoranti lasciando discrezionalità alle regioni. Ma dal direttore dell’Ascom Oscar Fusini arriva la strigliata sul rispetto delle misure anti Covid: «La situazione sanitaria resta gravissima. Ma molti, sia clienti che imprenditori, non sono più attenti alle regole».
Hanno trascorso gli ultimi giorni con una spada di Damocle sulla testa, pronta a scendere sulle loro teste, anzi sulle loro saracinesche, rovinosamente. E ora tirano un sospiro di sollievo, perché il governo non fisserà orari anticipati di chiusura per bar e ristoranti, lasciando discrezionalità alle regioni.
Tutte d’accordo, le associazioni di categoria, nel ritenere che le paventate chiusure,alle 22 o alle 23, degli esercizi pubblici, avrebbero significato un colpo tremendo ad un comparto che sta faticosamente tentando di risollevarsi dalle conseguenze del lockdown. «Il sollievo c’è, ma non è assolutamente il caso di cantare vittoria — esordisce Oscar Fusini, direttore di Ascom Confcommercio Bergamo —. Perché la situazione sanitaria resta gravissima, anche se da noi qui in Lombardia e a Bergamo le cose vanno meglio che altrove». Premettendo come a monte e in sede istituzionale ci sia stato un «grosso confronto tramite la stessa Fipe, la nostra federazione di riferimento», Fusini allarga la riflessione ad altri aspetti: «Nella lotta contro il virus non serve chiudere prima i locali, piuttosto è fondamentale il rispetto delle regole. La gente sembra avere superato la paura del virus e molti, sia clienti che imprenditori, non sono più attenti al rispetto delle norme. Questo non va assolutamente bene». Il ragionamento di Fusini sulla prevenzione e i rischi sanitari prosegue: «Il nuovo decreto fisserà sanzioni più pesanti per chi non rispetta la legge. Inoltre, in un incontro tenutosi nelle scorse ore, l’Ats ci ha comunicato che partiranno i controlli sui locali, con pesanti sanzioni. Per questi motivi, e soprattutto per offrire il nostro contributo nel frenare la diffusione del virus e nel sensibilizzare i clienti, invito tutti gli operatori ad essere ancora più metodici nel rispetto delle regole. Un secondo lockdown porterebbe a noi tutti danni gravissimi».
Il binario su cui viaggia la questione è però doppio, perché al di là di orari più o meno liberi e di voglia di normalità, entra in gioco l’aspetto economico, come evidenzia il direttore di Confesercenti Bergamo, Filippo Caselli. «Secondo alcuni dati elaborati dal nostro ufficio economico di Confesercenti, sulla base di elaborazioni condotte su dati Istat,il Covid ha determinato un calo dei redditi delle famiglie del 4% mentre in Lombardia la perdita si attesta intorno al 3,6%. La nostra regione risulta, dunque, essere un po’ più resiliente di altri territori. Questo andamento si riflette sul mercato interno, dal momento che gli italiani e anche i lombardi hanno risposto alla riduzione dei redditi incrementando la prudenza. Dunque fanno le formiche aumentando il risparmio e tagliando la spesa. Nel solo semestre del lockdown — conclude — la spesa per famiglia è scesa di circa 2 mila euro in Lombardia e tra i tagli abbiamo ovviamente il servizio di ristorazione che si attesta a meno 275 euro per nucleo famigliare, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno». E gli operatori? «C’è una pandemia in corso e non bisogna scherzare, anche se gli aspetti psicologici sono molto importanti nei consumatori— rimarca Roby Amaddeo, storico ristoratore di Città Alta —. A Bergamo non siamo messi così male e stiamo tentando di risollevarci. Ristoranti e bar sono molto ligi nel far rispettare le regole, stiamo seguendo le disposizioni anche se la strada è lunga e servono strumenti per superare la crisi. In altri Paesi agli operatori arrivano soldi veri, mentre da noi si ricorre alla cassa integrazione e a finanziamenti che non sono risolutori». Anche se in tempi difficili, Amaddeo non ha rinunciato ad investire, aprendo nei locali del bar affiancato alla storica pizzeria «da Mimmo» un’osteria di pesce ispirata alla tradizione veneziana. «Credo che la ristorazione possa costituire un elemento sfidante sia per l’imprenditore sia per una clientela capace di riconoscere e di volere un prodotto che sia superiore alla media dell’offerta».
Confesercenti
Il direttore Caselli: «In sei mesi le famiglie hanno speso 275 euro in meno nei ristoranti»
Roby Amaddeo «Per il nostro settore servono sfide di qualità, con prodotti superiori alla media»
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Sono previste sanzioni più pesanti per chi non rispetta la legge. E l’Ats ci ha comunicato che ci saranno controlli nei locali. Invitiamo tutti gli operatori a essere ancora più metodici nel rispetto delle regole Oscar Fusini Direttore Ascom Bergamo