L’assessore Valesini: abbiamo di fronte un anno e mezzo per le procedure amministrative, poi il cantiere
Ospiterà donne in difficoltà, tempi lunghi per i lavori
La Cascina Ponchia, nei progetti della giunta Gori, accoglierà le giovani madri in difficoltà. «Abbiamo di fronte almeno un anno e mezzo per le procedure amministrative, poi avvieremo il cantiere per i lavori di sistemazione», spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana Francesco Valesini. «Il loro progetto — aggiunge in merito al dialogo con gli occupanti del Kollettivo Autonomo Popolare — è nato in forma abusiva, il valore o meno delle iniziative non dà ragione all’occupazione, che non deve essere accettata e giustificata in nessun modo. Accettiamo il dialogo con qualsiasi interlocutore, ma devono esserci i fatti anche dall’altra parte, non solo la disponibilità a dialogare. Abbiamo chiesto più volte al Kollettivo di liberare lo stabile, ma non c’era alcuna volontà da parte loro e l’amministrazione ha preso la propria strada».
L’edificio, nel quartiere di Monterosso, fino al 2003 aveva ospitato un convento. Nel 2009, era stato inserito in un bando comunale per la realizzazione di un progetto di housing sociale, andato a vuoto. L’amministrazione dell’ex sindaco Franco Tentorio aveva poi deciso di alienarlo. «La cascina Ponchia è stata occupata abusivamente nel 2013 — ricostruisce l’assessore Valesini —. L’abbiamo tolta dal piano delle alienazioni appena insediati, nel 2015, perché vogliamo valorizzare l’immobile e dargli una finalità sociale».
I piani dell’amministrazione erano stati svelati il 17 febbraio dello scorso anno quando, al sopralluogo nello stabile, era seguita la presentazione del progetto della cooperativa Ruah, dal valore di oltre un milione di euro per la creazione di nove alloggi, ricavati con la ristrutturazione, che potranno accogliere fino a 29 persone. Sarà destinato alle donne con situazioni di disagio abitativo, che all’interno della cascina seguiranno percorsi di accoglienza e integrazione sociale studiati insieme agli operatori a seconda dell’intensità del bisogno delle ospiti e del loro eventuale nucleo.
«Alcuni spazi saranno aperti alla cittadinanza — conclude Valesini —. È un progetto che riteniamo bello e ancor più attuale dopo l’emergenza Covid. Ci crediamo e vogliamo portarlo avanti».