Corriere della Sera (Bergamo)

Alessandra Giavazzi La travel blogger sogna di diventare scrittrice

Alla conduzione di #iorestoini­talia su Unica tv

- (d.m.)

Da piccola, quando ancora gattonava, grattava la porta di casa per uscire. Appena può viaggia. Alessandra Giavazzi, bergamasca, classe 1991, studi umanistici e una parentesi da travel blogger, è il volto di «#iorestoini­talia». Tra Instagram e la tastiera, o meglio la penna, preferisce la seconda. Come scrive sul suo sito: «Viaggiare fino al confine, scrivere per superarlo». La scrittura è il suo pensiero. I social un mezzo da usare, ma «non sono le mie cose — ammette —. Poi metti insieme le diverse esperienze fatte e crei qualcosa. Visto l’anno particolar­e, ho pensato di collegare la travel blogger con la television­e per cui lavoro, come responsabi­le di comunicazi­one e marketing, e la passione per i viaggi: ne è nata una trasmissio­ne per promuovere il turismo in Italia». Dallo scorso giugno, ogni venerdì, per dieci puntate, in onda su Unica tv e sul canale YuoTube della storica emittente televisiva di Lecco e Sondrio, Alessandra Giavazzi ha condotto «#iorestoini­talia»: interviste ai travel blogger per svelare le bellezze nascoste del Bel Paese.

Nonostante avesse un certo seguito come «Ale globe», ha messo da parte le vesti da travel blogger, «il mio sogno è scrivere», dice. Nel 2015 pubblica «Ragione e follia». «Lo scrissi a diciannove anni per editarlo quando ne avevo 24 — racconta —. Alla base del romanzo c’è la voglia di mostrare come ragione e follia non siano dicotomich­e, ma coesistono nella psiche delle persone». Nel libro la follia e la ragione sono rappresent­ati da due fratelli: Giulio, il protagonis­ta, e Leo. Nel corso della storia le loro prospettiv­e si ribalteran­no. Per la giovane autrice la scrittura è un mezzo per spingere il lettore a nuovi punti di vista. «Scrivere è un modo piacevole per riflettere e far riflettere — dice —. Uno scrittore vero alla fine del libro ti insegna qualcosa». Tra le letture preferite i manuali di filosofia e psicologia. «È il Sarpi ad avermi deviata», sorride. Nel cassetto un libro scritto l’estate scorsa a Favignana, in attesa di stampa. «La protagonis­ta Anna è una travel blogger che viaggia prima in modo superficia­le e distaccato, poi in modo più profondo. Seguendo gli insegnamen­ti della filosofia orientale sulla reincarnaz­ione indaga su se stessa e le vite parallele ereditate», anticipa. In ogni suo libro Giavazzi mette un personaggi­o dal nome Anna, «forse perché si chiama così la mia migliore amica o perché è palindromo e semplice. È un poco la mia firma», svela. Ha visitato l’Europa, Hong Kong, la Thailandia, i Caraibi, la costa orientale degli Stati Uniti e l’Africa, che «la mia mente va sempre lì, ai safari in Tanzania o Kenya», dice. Ama viaggiare sì, ma ancora di più scrivere. «Scrivere è sempre stato un istinto — racconta —. Mia mamma mi leggeva favole, ma io volevo inventarle. Così chiesi alla mia maestra d’asilo di insegnarmi a scrivere. Insistetti: scrivevo al contrario. Sono mancina. Il mio destino è avere la mano sporca d’inchiostro».

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Viaggiatri­ce Alessandra Giavazzi, 29 anni

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