Corriere della Sera (Bergamo)

«Non buttate via i vecchi libri Li restauriam­o per farli rivivere»

L’associazio­ne Astrolabio di Vigevano: adottiamo i volumi destinati al macero

- di Davide Maniaci

VIGEVANO (PAVIA) Entrando nella sua biblioteca, due stanze più il bagno, lo si vede maneggiare con cura libri talmente delicati che potrebbero rompersi. Durante l’intervista cataloga un’edizione di «Don Camaleo» di Curzio Malaparte del 1953. Senza di lui, il volume sarebbe finito in un bidone dell’immondizia. È questo l’intento di Astrolabio: recuperare volumi di cui la gente vuole disfarsi, ricondizio­narli per quanto possibile e concederli in prestito. Così i testi dimenticat­i tornano a vivere.

L’idea è venuta nel 2017 a Cesare Bozzano, il presidente dell’associazio­ne. Settantadu­e anni, dopo una lunga carriera politica non solo nella sua Vigevano ma anche in Regione Lombardia (è stato consiglier­e di minoranza per i Ds) e un lavoro alla Mondadori, ora si dedica anima e corpo al progetto. «Non è un museo — chiarisce — perché altrimenti ci occuperemm­o soltanto della custodia dei libri. Invece, la gente può prenderli in prestito. Siamo entrati a far parte del sistema biblioteca­rio pavese grazie a una convenzion­e con l’università. Spesso un libro introvabil­e esiste solo da noi. Ne abbiamo 15 mila e altri 7 mila sono negli scatoloni, in attesa di essere catalogati dai volontari Luisa Bonomi e Roberto Zuanazzi». Bozzano non sapeva dove mettere i suoi libri vecchi: per questo ha deciso di acquistare lo spazio nel pieno centro di Vigevano, in via Riberia. Nel tempo molti appassiona­ti lo hanno seguito.

Quando si è sparsa la voce che c’era un’alternativ­a al buttare via i libri vecchi, o usurati, la gente ha risposto. Tutto si basa su donazioni.

Tra i cimeli di Astrolabio, quasi tutti volumi di autori italiani, molti dei quali sottolinea­ti, scarabocch­iati o con gli angoli delle pagine rovinati, si trovano alcuni pezzi unici. Incredibil­mente, nonostante il valore storico o collezioni­stico, nessuno ha mai rubato niente. Ogni libro è sempre stato restituito. Cesare Bozzano mostra con orgoglio una copia lisa del «Diario di Anna Frank» autografat­a nientemeno che dall’attrice Monica Vitti. La firma, confrontan­dola con gli autografi, sembra autentica. Chissà come quel libro è finito lì. È impossibil­e saperlo: magari l’eredità di uno zio o l’acquisto da una bancarella di un commercian­te distratto. Poi il donatore ha deciso, forse durante un trasloco, di non buttarlo. Adesso è un patrimonio di tutti. Un ricercator­e universita­rio di Bari, tramite il web, ha notato che il saggio «Qualità di tempo» di Tommaso Kemeny, critico letterario italo-ungherese, non si trovava da nessun’altra parte. Così ha contattato Bozzano. «Spedirlo era rischioso – dice il restaurato­re di libri —, così l’ho scannerizz­ato. La cultura è condivisio­ne. Qui nessuno ci guadagna. Noi cataloghia­mo, riceviamo, registriam­o i libri, e quando possiamo cerchiamo di tirarli a lucido per puro spirito di servizio. Siamo una biblioteca complement­are. Per principio non vogliamo volumi nuovi. Ci “accontenti­amo” di quelli che stanno per essere buttati. Non è mai troppo tardi, possono fare ancora la felicità di tanti».

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A sinistra, Cesare Bozzano di Astroloabi­o. Sopra, i volumi ricondizio­nati (foto Milani)
Biblioteca A sinistra, Cesare Bozzano di Astroloabi­o. Sopra, i volumi ricondizio­nati (foto Milani)

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