«Non buttate via i vecchi libri Li restauriamo per farli rivivere»
L’associazione Astrolabio di Vigevano: adottiamo i volumi destinati al macero
VIGEVANO (PAVIA) Entrando nella sua biblioteca, due stanze più il bagno, lo si vede maneggiare con cura libri talmente delicati che potrebbero rompersi. Durante l’intervista cataloga un’edizione di «Don Camaleo» di Curzio Malaparte del 1953. Senza di lui, il volume sarebbe finito in un bidone dell’immondizia. È questo l’intento di Astrolabio: recuperare volumi di cui la gente vuole disfarsi, ricondizionarli per quanto possibile e concederli in prestito. Così i testi dimenticati tornano a vivere.
L’idea è venuta nel 2017 a Cesare Bozzano, il presidente dell’associazione. Settantadue anni, dopo una lunga carriera politica non solo nella sua Vigevano ma anche in Regione Lombardia (è stato consigliere di minoranza per i Ds) e un lavoro alla Mondadori, ora si dedica anima e corpo al progetto. «Non è un museo — chiarisce — perché altrimenti ci occuperemmo soltanto della custodia dei libri. Invece, la gente può prenderli in prestito. Siamo entrati a far parte del sistema bibliotecario pavese grazie a una convenzione con l’università. Spesso un libro introvabile esiste solo da noi. Ne abbiamo 15 mila e altri 7 mila sono negli scatoloni, in attesa di essere catalogati dai volontari Luisa Bonomi e Roberto Zuanazzi». Bozzano non sapeva dove mettere i suoi libri vecchi: per questo ha deciso di acquistare lo spazio nel pieno centro di Vigevano, in via Riberia. Nel tempo molti appassionati lo hanno seguito.
Quando si è sparsa la voce che c’era un’alternativa al buttare via i libri vecchi, o usurati, la gente ha risposto. Tutto si basa su donazioni.
Tra i cimeli di Astrolabio, quasi tutti volumi di autori italiani, molti dei quali sottolineati, scarabocchiati o con gli angoli delle pagine rovinati, si trovano alcuni pezzi unici. Incredibilmente, nonostante il valore storico o collezionistico, nessuno ha mai rubato niente. Ogni libro è sempre stato restituito. Cesare Bozzano mostra con orgoglio una copia lisa del «Diario di Anna Frank» autografata nientemeno che dall’attrice Monica Vitti. La firma, confrontandola con gli autografi, sembra autentica. Chissà come quel libro è finito lì. È impossibile saperlo: magari l’eredità di uno zio o l’acquisto da una bancarella di un commerciante distratto. Poi il donatore ha deciso, forse durante un trasloco, di non buttarlo. Adesso è un patrimonio di tutti. Un ricercatore universitario di Bari, tramite il web, ha notato che il saggio «Qualità di tempo» di Tommaso Kemeny, critico letterario italo-ungherese, non si trovava da nessun’altra parte. Così ha contattato Bozzano. «Spedirlo era rischioso – dice il restauratore di libri —, così l’ho scannerizzato. La cultura è condivisione. Qui nessuno ci guadagna. Noi cataloghiamo, riceviamo, registriamo i libri, e quando possiamo cerchiamo di tirarli a lucido per puro spirito di servizio. Siamo una biblioteca complementare. Per principio non vogliamo volumi nuovi. Ci “accontentiamo” di quelli che stanno per essere buttati. Non è mai troppo tardi, possono fare ancora la felicità di tanti».