«Non sei italiana» Insulti alla stella dell’atletica azzurra
Pavia, Danielle Madam aggredita nel suo bar Aveva criticato la cittadinanza a Luis Suarez
PAVIA «Non sarai mai italiana». Una frase pronunciata da uno sconosciuto che la fissava dritta negli occhi con un ghigno cinico, come a dire che la battaglia per il diritto alla cittadinanza di Danielle Frederique Madam non servirà mai a nulla. La campionessa italiana di lancio del peso, che vanta cinque titoli nazionali giovanili e un bronzo assoluto, nei giorni scorsi è stata vittima di insulti mentre si trovava dietro al bancone del bar di Pavia in cui lavora per pagarsi gli studi e le trasferte degli allenamenti. «Alle cattiverie razziste che leggo sui miei profili Facebook e Instagram non faccio nemmeno più caso, ci sono abituata, ma mi ha spaventato molto il fatto che questa violenza verbale entrasse così di prepotenza nella mia vita reale, sul posto di lavoro. Certe cose sulle schermo di un telefonino fanno tutto un altro effetto».
I fatti risalgono a sabato scorso: Madam sta lavorando al bar, quando entra un cliente sui 45 anni che consuma, paga, e poi si rivolge direttamente a lei. «Forse mi ha riconosciuta perché nei giorni precedenti avevo parlato di Suarez, e della facilità con cui aveva ottenuto la cittadinanza italiana. Questa persona aveva un sorriso cattivo e in modo del tutto ingiustificato mi ha detto: “Tu non sei italiana e mai lo diventerai. A cosa ti serve esserlo?”. Sono rimasta pietrificata e, nonostante la delusione e la voglia di non farla passare così, ho abbassato lo sguardo senza rispondere, per non innescare una discussione senza fine».
La giovane campionessa 23enne originaria del Camerun, a settembre si era tolta qualche sassolino dalla scarpa sulla questione dell’esame di italiano per concedere la cittadinanza italiana al calciatore uruguaiano Luis Suarez, esponendosi in prima persona. Da quel momento i suoi post hanno collezionato decine di commenti di solidarietà, ma anche critiche e vere e proprie esternazioni razziste. «Mi capita spesso di leggere cattiverie sui social, ma non mi curo dei leoni da tastiera e del loro odio represso: mi sento italiana, ho sempre sperato di poter indossare la maglia azzurra e per quella avrei dato veramente tutto. Sono in Italia dall’età di 7 anni, quindi da ben 16anni, e sin da piccola sono sempre stata una ragazza molto determinata, nello studio come nell’atletica, ho sempre impostato la mia vita su piccoli grandi obiettivi da raggiungere». La sua prossima medaglia, infatti, sarà quella per la tanto agognata cittadinanza, anche se il suo passaporto potrebbe arrivare solo nel 2030. Lei, che frequenta il terzo anno della facoltà di Scienze della Comunicazione Interculturale e Multimediale all’università di Pavia, l’italiano lo parla perfettamente. È anche in grado di spiazzare gli interlocutori con battute in dialetto da pavese doc, ma si sente una extracomunitaria di serie B: «Esistono extracomunitari di serie A e di serie B o anche C. A qualcuno la cittadinanza italiana viene offerta, ad altri viene negata o comunque ottenerla è un’ardua impresa. C’è chi fa tre lavori come me per pagarsi affitto e studi, perché con l’atletica non ci campi, e c’è chi guadagna 10 milioni a stagione. Una montagna di soldi ai quali un calciatore non può rinunciare solo perché non ha il certificato B1 che dà diritto alla cittadinanza. Tutto qui: per lo Stato siamo forse dei fantasmi, ma spero che ora i tempi si accorcino».
Le giornate di Madam (tutti la chiamano così) sono infinite ed organizzate ad incastro: le pulizie da una signora al mattino, la baby sitter di pomeriggio prima degli allenamenti — tre volte la settimana a Pavia e due volte alla Bracco
Atletica Milano — e il lavoro come barista nei fine settimana, dove fortunatamente riscuote anche molte dimostrazioni d’affetto: «Sono sacrifici che faccio per continuare a studiare e laurearmi, e ovviamente per riuscire ad indossare la tanto sognata maglia azzurra».
❞ La violenza Al razzismo sui social sono abituata, ma ora questo odio è entrato nella mia vita reale