Corriere della Sera (Bergamo)

Il «pilota contadino» sale sul podio dell’Endurance

- Francesco Gastaldi

Il primo podio mondiale della sua carriera è arrivato a 44 anni, dopo dodici ore in sella alla sua Yamaha R1. Giovanni Baggi, lodigiano, è un «contadino con il turbo». Agricoltor­e nei giorni feriali, nel weekend indossa la tuta da centauro e corre le gare più dure al mondo, quelle del circo iridato Endurance. Dove contano regolarità e la resistenza, non la velocità. Si corre per 24 ore consecutiv­e (in team di tre piloti che si danno il cambio) lungo circuiti leggendari come Sepang, Suzuka, Le Castellet, Le e all’Estoril in Portogallo come a fine settembre, nella «12 ore» organizzat­a per sostituire la gara di Suzuka cancellata causa Covid. Proprio sul circuito lusitano, per anni teatro della Formula 1, l’agricoltor­e lodigiano ha centrato il primo podio mondiale della sua carriera, un secondo posto che dà lustro al team AvioBike da lui stesso creato nel 2014 per la Superbike e inserito nel circuito Endurance tre anni fa. «Una gioia infinita che corona tre anni di lavoro e sacrifici — dice Baggi —, dopo tutto siamo un piccolo team di provincia». Per la prima volta (quasi) in cima al mondo. Ma la velocità è sempre stato l’hobby di Baggi e dei suoi famigliari. «Papà Antonio è un fan sfegatato della F1, non si perdeva una gara dal vivo. Mio fratello Alessandro invece è appassiona­to di volo». Al punto da trasformar­e la cascina di famiglia, che coltiva mais per produrre biomassa, in aviosuperf­icie per ultralegge­ri. E poi ci sono gli hangar dell’AvioBike. «Corro in moto da quando ho dodici anni, mi piaceva il motocross e facevo gare ma a livello amatoriale. Poi Paolo Blora (campione di Superbike, ndr) mi ha proposto di provare con il suo team: non sono più sceso dalla moto». Da allora Baggi ha macinato gare e podi nel campionato italiano Superbike. Fino al passaggio in Endurance: «Un team ufficiale mi propose una sostituzio­ne alla 24 ore di Le Mans: è stato un colpo di fulmine». Che continua ancora oggi in una categoria che richiede resistenza, disciplina e preparazio­ne fisica. «Mi alleno guidando il trattore — scherza lui —, è molto piu’ duro che correre in moto».

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In pista Giovanni Baggi, 44 anni

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