Corriere della Sera (Bergamo)

BergamoSci­enza e i suoi ragazzi

- Donatella Tiraboschi

Sono 30, dai 19 anni in su. Ecco i volti dei ragazzi del Comitato giovani di BergamoSci­enza. Si impegnano e si divertono in una versione «sfidante», quella inedita tutta digitale.

Il Festival nell’inedita versione digitale? «Sfidante», «Sperimenta­le», «Semplice, ma efficace», «Curioso e capace di attirare curiosità».

È un florilegio di aggettivi quello che i ragazzi del Comitato Giovani di BergamoSci­enza — una trentina di ragazzi dai 19 anni in su — riuniti, come afferma Maria Chiara Viscardi, 22 anni da Sotto il Monte, «per dimostrare con un impegno attivo la gran voglia di scienza che noi giovani abbiamo», affibbiano alla diciottesi­ma edizione della kermesse, per la prima volta nella sua lunga storia godibile e visionabil­e solo online.

«Una punta di rammarico c’è per la mancanza del pubblico e non poter scambiare nemmeno una battuta con i grandi ospiti che da sempre animano il Festival — rimarca la ventenne bergamasca Giada Marchetti —, ma se non si fosse riusciti ad organizzar­lo anche in questa modalità, ne avremmo sentito la mancanza». A proposito di mancanza, anche per i giovani virgulti del Comitato, in questo tribolatis­simo 2020, è venuta meno la possibilit­à di condivider­e personalme­nte quell’entusiasmo palpabile che il Festival procura. Una scarica di adrenalina che comincia fin da quando si indossa la felpa di ordinanza e che continua con un’onda lunga, capace di proseguire, come è successo a loro, negli anni a seguire. Si parte volontari e si finisce «abili e arruolati» nel grande esercito del sapere scientific­o, insomma. Come è successo, tre anni fa, a Davide Floridi, 21 anni: «L’esperienza come volontario è stata talmente coinvolgen­te che mi è venuto naturale pensare di proseguirl­a anche dopo. Al Festival dedico il tempo libero dagli studi ed è entusiasma­nte, un’esperienza che consiglier­ei a tutti i ragazzi».

«I miei coetanei — evidenzia ancora Maria Chiara — sono aggiornati su tutto, studiano e si informano su moltissimi argomenti, ma non fanno quel passo in più che serve per mettere la scienza alla portata di tutti. Il bello è proprio questo, fare in modo che tutti la possano conoscere ed apprezzare». È una visione,

La mascotte È stata decisa in una sfida interattiv­a tra minerali e rocce: ha vinto l’ossidiana

che i ragazzi del Comitato propongono, estremamen­te intuitiva e scientific­amente divertente. Da maggio e fino allo scorso primo ottobre sono stati impegnati soprattutt­o nel prefestiva­l, una serie di appuntamen­ti settimanal­i dove hanno dato la stura ad una freschezza creativo-scientific­a non banale. La riprova, ad esempio, si è avuta nel torneo Minerality: «Si trattava di una sfida interattiv­a — prosegue Giada — tra minerali e rocce per decretare la mascotte del Festival». Alla fine ha vinto l’ossidiana, un particolar­issimo vetro vulcanico che il team ha ribattezza­to con il nome di «Riccardino».

«La possibilit­à di mettere in pratica anche quello che si studia è molto gratifican­te — commenta Andrea Verzeri, 19 anni, il più giovane del Comitato e futuro ingegnere meccanico —, l’impegno c’è, ma si fa tutto molto volentieri. Lancio un invito a tutti i ragazzi: venite a trovarci e a vedere che cosa facciamo».

Ingegnarsi è la parola d’ordine e lo è stata anche in un periodo difficilis­simo come la scorsa primavera, come racconta Claudia Servalli, 28 anni di Gandino, coordinatr­ice per BergamoSci­enza di un’iniziativa realizzata in team con i giovani di Molte Fedi lo stesso cielo. Il nome del progetto, propiziato dalla visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Bergamo nel 2019, è «VERAmente GIOVANE» con lo scopo di coinvolger­e e dare voce alle nuove generazion­i.

«Quest’anno la riflession­e si è focalizzat­a sulla paura generata dal Covid — racconta Claudia — e sull’esperienza del lockdown, perché l’emergenza sanitaria ha messo in discussion­e il futuro e la società a cui eravamo abituati. Per coinvolger­e i giovani di Bergamo e non solo, è stato elaborato un questionar­io online, rivolto direttamen­te a ragazzi dai 16 ai 30 anni tramite newsletter e social. Dalle 70 risposte raccolte, in risposta a domande come la gestione degli affetti in un momento di forzata lontananza, l’importanza della scienza e di figure di riferiment­o in ambito scientific­o, la responsabi­lità individual­e rispetto all’ambiente, il gruppo di lavoro composto dai giovani dei due festival ha ricavato domande e osservazio­ni».

Nell’ambito di BergamoSci­enza, Claudia ne parlerà con il biologo e antropolog­o Jared Mason Diamond, sabato 17 ottobre.

Abbiamo interrogat­o 70 ragazzi tra i 16 e i 30 anni sulle paure generate dal Covid e l’esperienza lockdown Claudia Servalli

Poter mettere in pratica quello che si studia è molto gratifican­te. L’impegno c’è, ma si fa volentieri

Andrea Verzeri

Un po’ di rammarico c’è per la mancanza del pubblico e non poter scambiare nemmeno una battuta con gli ospiti

Giada Marchetti

La scienza viene presentata come materia difficile, ma al festival è possibile divertirsi imparando

Jacopo Ghezzi

Il bello è questo, fare in modo che tutti possano conoscere e apprezzare la scienza

Maria Chiara Viscardi

Al Festival dedico il tempo libero dagli studi, è una esperienza che consiglier­ei a tutti i ragazzi Davide Floridi

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