Ordine al voto Scontro anche sulla politica
Forse solo in un contesto post epidemia, che ha portato a sottolineature e sconquassi su temi discussi da anni nel mondo sanitario, si può leggere la sfida, inedita, che va in scena oggi con l’elezione dell’Ordine dei Medici (nella sede di Ats, ingresso da via Taramelli 8, oggi, domani e lunedì dalle 9 alle 19). Una lista di profilo più istituzionale e aggregativa per il presidente uscente e ricandidato Guido Marinoni ( foto a
sinistra), con dentro la segretaria regionale della Fimmg Paola Pedrini. È invece una squadra a trazione ospedaliera decisa quella di Privato Fenaroli
(a destra), direttore di Senologia al Papa Giovanni XXIII. Gli ospedalieri contro il territorio? In realtà entrambi i fronti hanno sofferto l’impreparazione del sistema, ma ci sono rivendicazioni anche datate che il Covid ha acuito. Fenaroli vuole «almeno discutere» di assunzione dei medici di base da parte del sistema sanitario. Marinoni rivendica «l’autonomia anche come valore contro l’ingresso della politica nel mondo medico». E su questo tema Fenaroli stuzzica Marinoni sulla presenza in lista di Fabiola Bologna, neurologa al Papa Giovanni e deputata del M5S. Fenaroli sostiene che «i medici di medicina generale sono le prime vittime di un sistema sindacalizzato, che confonde la soggettiva disponibilità, per esempio, con la reperibilità. La disponibilità è, appunto, soggettiva e non sanzionabile, mentre la reperibilità è oggettiva e sanzionabile. Non va confuso l’orario minimo obbligatorio, con la soggettiva valutazione dei medici, di svolgere più ore del minimo richiesto». Secondo Fenaroli quindi «la difesa di status quo va proprio a svantaggio dei medici di medicina generale», in un sistema troppo sindacalizzato. «È giusto — replica Marinoni — che le associazioni professionali, i sindacati dei medici e le società scientifiche facciano opinione sulla gestione delle questioni mediche. Vedo invece alle porte un pericolo più importante, e cioè l’ingresso dei partiti politici all’interno del mondo medico. Ed è ciò che vogliamo evitare, facendo riferimento all’associazionismo e all’autonomia professionale».