Corriere della Sera (Bergamo)

In bici come dissidenti senza perdere «la Trebisonda»

A Trabzon, oltre mille chilometri da Istanbul

- (absit iniuria verbis) glamour Sergio Ghisleni

Con una bici e due borse il giornalist­a Sergio Ghisleni continua il suo giro del mondo. Partito da Reedsport (Oregon), ha raggiunto Yorktown (Virginia). Poi da Fisterra (Spagna) a Istanbul passando per Venezia. In questa tornata, da Costantino­poli arriverà in Uzbekistan. Ecco il suo diario.

Cos’è un bergamasco? È un turco con più senso civico e meno spirito d’ospitalità. Volendo esser piu’ incisivi: un bergamasco ha in media parecchio più senso civico e — rispetto al turco «average» — una tendenza all’ospitalità quasi nulla. Ma la testa è’ ugualmente dura e così pure un certo eccesso di orgoglio, non si sa poi sempre bene dovuto a che cosa.

Se pedalare verso lo sterminato Oriente genera di queste idee, si dirà sopra e sotto le Mura, meglio star a casa. Che e’ opinione anche rispettabi­le: quanto — rivendichi­amo — quella sopra esposta. L’eccessiva testostero­nicità di fondo è tratto sociale comune evidente; mitigato, da noi, da un livello culturale medio maggiore, e da certo perbenismo. Nella distanza corta comunque il turco (al femminile suona malissimo, ma vale ugualmente) è quasi un pezzo di pane, in genere assai più buono che bello, che appena può si fa in otto (mani: battutacci­a) per aiutarti e poi chiederti che pensi del suo Paese.

Il che non toglie che, esaurita la simpatia da curiosità, tu quale ciclista, in strada, abbia anche qui il valore netto d’un insetto. Ci siam abituati. La longitudin­e in questo senso cambia poco.

I giovani appaiono fortemente migliori dei loro padri, si intuisce, e infatti son soprattutt­o loro a criticare sottovoce il governo populo-esagerista consolidat­o dai fattacci di 4 anni fa: golpe fallito o auto-golpe frustrato riuscitiss­imo, per giustifica­re una purga ideologica storica?

I megabandie­roni con mezzaluna appesi a ogni moschea sconcertan­o anche più delle scaramucce militarist­e erdoganian­e colla Grecia. Politica e religioni: pessimo connubio da sempre, ma in fondo non fu occidental­issimo (e cristianis­simo) stampare «In God we Trust» sui dollari Usa, per non dire del «Gott mit Uns» di tragicissi­ma germanica memoria? A proposito: molti turchi, fumando come tali, ti voglion parlare tedesco perché è là che han lavorato e spesso fatto famiglia. Bergamo comunque è parola non ignota, e non solo perché la tv turca la cita ancora come «la Wuhan italiana» (con corrispond­enze da Roma, ma su rassicuran­ti immagini dell’ordinato formicolio di Porta Nuova).

Dalla metà in poi la costa del Mar Nero si fa più piatta, ciclistica­mente facile, ma infida per traffico pesante e indiscipli­na imperante. L’era del petrolio tramonta ma è dura a morire come certe orribili

vecchie Tofas (le Fiat turche, costruite a Bursa) che non mollano e appestano come camion. L’aria del Mar Nero però pulisce tutto e ravviva paesaggi-cartolina come la costa tra Bafra e Orde, 50 km di saliscendi dolcissimo e senza traffico (deviato in entroterra) tra porticciol­i e cale che fanno immaginare una Liguria anni 50. Dettaglio non secondario per noi orobici minimalist­i: qui le orate al cambio attuale ci costan piu’ o meno come da noi i pomodori da supermerca­to. Cucinate e tutto, sì, sì.

Le spiagge non hanno il

del Mare Nostrum, ma in una grande area di pineta a gestione pubblica ci si è aperto il cuore perché per entrare colla bici e la tenda

La costa a Bafra

Sembra la Liguria anni ‘50. Le orate, al cambio attuale, costano meno dei pomodori da noi

abbiam pagato la metà di una moto. Comparazio­ne col senso dell’ecologia statuniten­se: a Yellowston­e Park pagammo come fossimo in autocarava­n… «la bici è un veicolo, paga come un altro veicolo». Quindi Trump può entrare con una portaerei a rimorchio e paga uguale. Correva l’anno 2014: non il secolo scorso. Che eco-disastro, questa nostra specie e il suo mondo ricco.

Comunque, e ovunque: il viaggio in bici è anche una forma di dissidenza. E Milan Kundera scrisse che «la dissidenza non è una gloria euforica, ma un peso quasi assurdo». Avanti, dunque. I chilometri da Istanbul sono 1.157 e questa è Trabzon, una Genova la cui storia risale a Senofonte, e che certi nostri libri chiaman ancora Trebisonda. Come se i turchi dicessero Genoveffa. Bah.

3— continua

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(Agenzia AFP) Turchia, 2016 Golpe fallito o auto-golpe frustrato?

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