Corriere della Sera (Bergamo)

Piazza Matteotti la Carrara «in trasferta»

Ciclo di opere della pinacoteca nella nuova sede di Fideuram

- Tosca

Il ritratto dell’imperatore Vitellio di Fra’ Galgario ha lasciato la Carrara per la nuova sede Fideuram in piazza Matteotti. È «Capolavori svelati», per portare a un pubblico più vasto le opere della pinacoteca.

Il capo cinto d’alloro, la ricca armatura coperta da un drappo di seta mentre il volto severo fissa lo sguardo sul visitatore. È il ritratto dell’Imperatore Vitellio, princeps romano, immortalat­o però dal celebre artista bergamasco Fra’ Galgario come uomo del ’700. Un quadro che da qualche giorno ha lasciato le sale dell’Accademia Carrara per essere esposto nel salone d’onore della nuova sede Fideuram di piazza Matteotti, aperta in autunno a fianco di Palazzo Frizzoni. È l’avvio dell’iniziativa «Capolavori svelati» che intende portare a un pubblico più vasto alcuni dei capolavori conservati nel museo della Carrara. Il dipinto, infatti, si potrà osservare fino al 20 dicembre negli orari di apertura degli uffici (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17). Un modo per far conoscere o riscoprire opere d’arte spesso richieste in mostre ed esposizion­i dall’estero ma trascurate da chi le ha a portata di mano.

La collaboraz­ione tra Fideuram e Carrara è nata nel 2019 in occasione dell’apertura della nuova sede bergamaran­ea sca nell’ex sede di Intesa Sanpaolo. In una prima fase alcune delle tele più importanti della pinacoteca cittadina erano state riprodotte in grande formato. Ora con il Fra’ Galgario inizia una nuova fase con l’esposizion­e tempodi quadri autentici. In particolar­e «Il ritratto dell’imperatore Vitellio» risale al 1702 ed è tra le prime opere realizzate da Fra’ Galgario al suo rientro a Bergamo, dopo il lungo soggiorno a Venezia dove aveva lavorato nella bottega del Bombelli studiando le opere di Tiziano e Paolo Veronese. Segna anche il momento in cui inizia la fase più importante nella carriera dell’artista.

Francesco Maria Tassi, biografo del pittore, ricordava che la tela si trovava in casa dei conti Carrara, nell’attuale via Pignolo. «Molto e finite erano in tali tempi le sue teste delicate – scriveva il Tassi — e di tale maniera due ne hanno li conti Carrara di Borgo Sant’Antonio, una delle quali in mezza figura rappresent­a un Prete, l’altra un Imperadore che molto a Vitellio rassembra con corona d’alloro in capo, armatura di ferro, e drappo di seta color di perla ricamato, e merlato, che gli cade sul petto; ed ha un misto di Paolo e di Tiziano, la quale opera non solamente a giudizio mio, ma de’ primi professori dell’arte riuscì una delle più belle, che facesse mai innanzi o dopo».

«Il soggetto di questo quadro — racconta nella descrizion­e dell’opera Paolo Plebani, conservato­re della Carrara per i dipinti dal Cinquecent­o all’Ottocento, sculture e archivi storici — è atipico nella produzione di Galgario, ma non inconsueto nella tradizione veneziana. L’iconografi­a di Vitellio era infatti molto nota in laguna grazie ad una serie di illustri modelli, in particolar­e il busto antico di casa Grimani, oggi custodito al Museo Archeologi­co di Venezia, che aveva dato origine a una folta serie di derivazion­i. Non sappiamo quale sia la fonte precisa dell’artista bergamasco, ma l’aulico modello è tradotto in una squisita “testa di carattere”, genere assai in voga nella pittura veneziana del Settecento, in un vivace ritratto in costume».

«Con questa iniziativa – commenta Marco Avondoglio, divisional manager Fideuram — vogliamo esprimere la nostra vicinanza a una città che ha sofferto tanto in questi mesi così difficili. Sostenere attività culturali e rendere fruibile un’opera di altissimo valore a tutta la cittadinan­za significa investire nello sviluppo di un territorio cui siamo particolar­mente legati. In particolar modo vogliamo ringraziar­e l’Accademia Carrara per l’eccellenza di un’offerta culturale unica e per la capacità di valorizzar­e il patrimonio che custodisce e conserva con tanta passione».

L’opera È una «testa di carattere», in voga nella pittura veneziana del Settecento

La banca «Con questa iniziativa esprimiamo la nostra vicinanza a tutta la città»

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La tela L’imperatore Vitellio, che restò in carica per pochi mesi, interpreta­to da Fra’ Galgario. L’artista bergamasco si chiamava Vittore Ghislandi, nato a Bergamo nel 1655 e morto nel 1743

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