Gli slogan non bastano ma lo Stato ora deve essere più presente
La settimana scorsa era finita con una serie di coltellate in piazzale Alpini, quest’ultima si chiude con la Lega che chiede le dimissioni del vicesindaco Sergio Gandi per la situazione di piazzale Alpini e della stazione. Il tema della sicurezza si rifà vivo nell’agenda politica della città con alcune costanti: la richiesta di alcuni partiti (Lega in testa) e cittadini di gestire in modo semplificato questioni complesse, la lentezza che richiede la messa in opera di ottimistiche idee di riqualificazione. La zona della stazione si conferma una matassa di disagio e aspettative crescenti. I senzatetto, vittime delle proprie dipendenze, senza alternative e magari diffidenti nella relazione con i servizi sociali, si sommano agli «users» violenti dell’area: spacciatori soprattutto. A pochi metri ci sono i residenti e i negozianti di viale Papa Giovanni, preoccupati per la propria tranquillità e per le proprie attività. Nonché — poco sottolineato ma legittimo punto di sofferenza — per il valore immobiliare delle case che, al di là delle ragioni dell’emarginazione, risente della presenza di clochard davanti ai portoni dei palazzi. La Lega immagina probabilmente che basta chiederle, le azioni radicali di repressione di polizia capaci di risolvere una volta per tutte il problema. Non è così facile e lo dimostrano i cinque anni in cui ha governato la città il centrodestra. In un Paese democratico che rispetta i diritti civili, i tossici hanno diritto a gironzolare alle autolinee, finché non danneggiano nessuno. Ma anche i cittadini — le cittadine — che pagano le tasse hanno diritto a richiedere il decoro e la possibilità di frequentare queste zone di Bergamo senza timori. È certamente vero che per recuperare almeno una parte dei disperati delle autolinee a una vita normale serve un lavoro complicato, fatto di pazienza, fiducia, assistenza. L’ordine pubblico però viene prima. Il vicesindaco dice che a ogni fatto grave, come l’ultimo accoltellamento, sono seguiti interventi rapidi. Dopo. Non è una risposta che possa tranquillizzare nessuno. La verità è che anche quando entreranno in servizio i 20 nuovi agenti della polizia locale, quello che si potrà fare è contenere la situazione, non cambiarla radicalmente. Se lo Stato esiste anche a piazzale Alpini invece deve dimostrarlo con una presenza massiccia, costante e ferma. Fino a quando anche una giovane donna si sentirà sicura scendendo da un treno in tarda serata, per raggiungere il centro di Bergamo a piedi.