Sui Colli tra vie e sentieri chiusi per frana
Lavanderio, Monte Bastia, Case Moroni e sentiero dei Vasi: interruzioni e divieti L’assessore Brembilla: «Procederemo con ordinanze per la sistemazione»
Interrotta via Lavanderio, via Monte Bastia (foto) è bloccata per un muro pericolante, via alle Case Moroni anche. I sentieri dei Colli, belli e tormentati. «I privati devono intervenire, ma d’ora in poi lo faremo anche al loro posto», dice l’assessore Marco Brembilla.
Se solo la massa di turisti che percorre la Corsarola ogni settimana dovesse spingersi fuori porta, verso via Sudorno o San Vigilio, prendendo scalette e sentieri, probabilmente i Colli diventerebbero un altro elemento d’attrazione di massa. Perché il paesaggio vale la Toscana, per quanto è affascinante, tra verde, ville, fontane, vecchi lavatoi, case antiche ristrutturate o da rimettere in sesto, balconi naturali sugli angoli più segreti della città e su tutta la pianura, fino a Milano, nelle giornate più nitide.
Via Alle Case Moroni, per esempio, sembra un segreto per i più esperti e appassionati. Un percorso breve tra erba e sassi baciati per più di mezza giornata dal sole, un affaccio che consente di vedere bene l’intreccio delle strade sottostanti, le più caratteristiche della zona, via dei Torni, via San Sebastiano e San Vigilio. Ma tra mappe e libri basta poco per aprire lo scrigno dei Colli, per esempio leggendo e portandosi in tasca «Alle Porte di Città Alta», scritto da Roberto Cremaschi, Valentina Bailo e Perlita Serra: 33 itinerari con 115 strade, sentieri, scalette, il tutto ben descritto e con punti di riferimento (e orientamento) precisi.
Peccato però che alcuni passaggi determinanti risultino chiusi, a causa di frane e cedimenti. Transenne e cartelli perentori: «Frana» o «Lavori in corso», bloccano la camminata, almeno per i non temerari, che non vogliono violare i divieti.
Itinerario affascinante, per esempio, quello che da Longuelo e via Astino porta fino a San Vigilio. Il percorso prevede di salire in via Astino, deviare in via Lavanderio, spuntare tra la boscaglia in via Generale Marieni, poi San Sebastiano oltre il Pascolo dei Tedeschi, tutte pendenze dolci fino a una scala ripida, non naturale ma costruita negli anni recenti, che collega al sentiero chiamato via del Rione e da lì alle Case Moroni, per raggiungere infine, e di nuovo, via San Sebastiano e camminare fino a San Vigilio tra verde e tante ville. Non è però percorribile via Lavanderio, a causa di un muretto ceduto proprio nel tratto in cui il sentiero si fa più stretto, all’ombra degli alberi fino a via Marieni, piena boscaglia: la situazione è così da più di cinque anni. E anche via alle Case Moroni è bloccata: il tratto più panoramico del percorso è interrotto da transenne e cartelli. Oltre la chiusura si può notare il sentiero ceduto, con un telo sopra, bloccato da alcune pietre appoggiate.
Non mancano altre situazioni simili. Il tragitto che passa dalle Case Moroni è collegato a un circuito molto più ampio. Bastano pochi minuti, dal punto in cui il sentiero è interrotto, per salire in via Orsarola, e passeggiare in via Monte Bastia, con vista panoramica altrettanto ampia e abitazioni lussuose che portano verso San Vigilio. Camminata che dura poco, perché quando la strada si stringe, diventando molto caratteristica, il passaggio è sbarrato da un’altra transenna, con ordinanza di chiusura fino al 31 dicembre, a causa di un muro pericolante. Le alternative sono due: o aggirare via Monte Bastia e imboccare via Vetta, per spostarsi verso San Vigilio su carreggiate stradali quasi normali, per quanto in un paesaggio comunque suggestivo, oppure proprio da via Vetta scendere sul versante che guarda verso Valverde, Castagneta, e imboccare via Ramera, che porta fino all’ex statale per la Valle Brembana. La deviazione, però, sarebbe d’obbligo per chi ama esplorare e passeggiare: il sentiero dei Vasi, in mezzo al bosco, porta fino a Castagneta. Ma anche quello è chiuso, da tempo. E il motivo dell’interruzione sta quasi diventando un elemento caratteristico del percorso: il versante destro del percorso (andando da via Redona verso Castagneta) è ceduto in più punti, alberi imponenti, sradicati, si sono ribaltati verso valle, le radici ostruiscono il sentiero, quasi un’esposizione non voluta.
I nodi quindi non mancano. «Siamo intervenuti dove potevamo e per quanto di nostra competenza, per esempio sul Sentiero dei Vasi — commenta l’assessore ai Lavori pubblici Marco Brembilla —. Ma purtroppo ci sono privati che non sempre fanno il loro dovere, nel caso specifico per gli alberi pericolanti. Da poco abbiamo deciso di intervenire comunque, insieme al Parco dei Colli, partecipando a un bando della Regione Lombardia, per eliminare il problema». Spesso ci sono aree e manufatti privati adiacenti ai sentieri pubblici, come «in via Lavanderio — continua l’assessore —. L’ultimo privato che manca per sistemare definitivamente il tratto franato si sta muovendo. E anche in via alle Case Moroni il problema è lo stesso. D’ora in poi ci muoveremo con ordinanze che impongono la sistemazione: se i privati non le osserveranno finirà tutto in cartella esattoriale. Ma prima di arrivare a questo vorremmo trovare un accordo con tutti, per il bene pubblico».
È già capitato, più volte, inoltre, che un paio d’anni dopo un intervento di manutenzione le stesse strade, o i sentieri, avessero bisogno di nuove cure. E sarà così sempre più spesso: anche i Colli, come il resto del territorio, subiscono un meteo più irregolare rispetto a un tempo, caratterizzato soprattutto dalle bombe d’acqua, che favoriscono gli smottamenti. Ma intanto è necessario mettere mano alle falle che ci sono già, da parte di chi vive o è proprietario di aree in quelle zone affascinanti.
I privati latitano, sul Sentiero dei Vasi interverremo comunque insieme al Parco dei Colli dopo aver partecipato a un bando della Regione Lombardia
Anche in via alle Case Moroni attendiamo i proprietari delle aree. Prima delle ordinanze vorremmo raggiungere un accordo con tutti, per il bene pubblico Marco Brembilla Assessore Lavori pubblici