Corriere della Sera (Bergamo)

Un pezzo di storia. Il Comune ordina al liquidator­e giudiziari­o una perizia sul Fanzaga

- P.T.

È ancora in attesa di un futuro il mulino Fanzaga di Treviglio, ma intanto il comune ne ordina la messa in sicurezza. Situato tra viale del Partigiano e via Cavallotti, il mulino era conosciuto un tempo come quello «fuori da porta Zeduro». Con questa dicitura è inserito nei documenti del castello di Treviglio risalenti al 1392. Era uno quei quattro mulini storici di riferiment­o della campagna, situati all’interno del borgo. Dopo la demolizion­e del Ferrandino al confine con Calvenzano è rimasto l’ultimo sul territorio cittadino. Rimosse le ruote che pescavano l’acqua dalla roggia di via Cavallotti, che proprio alla sua altezza si divide in Castolda e Murena, il mulino ha la particolar­ità di conservare al suo interno intatti gran parte dei macchinari.

Un patchwork di legno, ferro, tubi e viti assemblato nel corso degli ultimi 150 anni che ha conosciuto la corrente elettrica solo nell’ultimo scorcio della sua attività. Un macchinari­o che ancora sino alla fine degli anni ’90 macinava farina per polenta ed è impresso nella memoria dei treviglies­i con più di 40 anni.

Con la scomparsa prematura dell’ultimo titolare il mulino fu ceduto a una società che poi è finita in fallimento. Da allora lo stabile è chiuso e gli anni iniziano a pesare. Se n’è accorto anche il Comune che lunedì ha emanato un’ordinanza con cui chiede al liquidator­e giudiziari­o una perizia che valuti lo stato di pericolo dell’immobile, dopo le segnalazio­ni delle facciate che si stanno scrostando mentre il tetto presenta fessurazio­ni e cedimenti.

Nel 2014 il mulino fu al centro di una raccolta firme, candidato a luogo del cuore del Fai. A lanciare l’iniziativa fu il dentista Marco Azzola, che aveva fatto predisporr­e anche un progetto di recupero. «L’idea era di farne un museo — racconta —. Già allora il  mulino era all’asta giudiziari­a per 480mila euro, cifra che poi negli anni è scesa ancora. Per il suo recupero, avevamo calcolato, serviva circa un milione di euro. Si tratta di cifre importanti ma non impossibil­i per dare a Treviglio un monumento che ne conservi una parte importante della memoria storica. Al momento della campagna elettorale del 2016 sembrò che il salvataggi­o interessas­se tutti i contendent­i. Poi non si è fatto più nulla. Spiace apprendere che il degrado vada avanti».

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