Corriere della Sera (Bergamo)

Lo studio del Mario Negri Bertocchi: cittadini, aderite

Online i questionar­i del progetto geni-Covid del Mario Negri

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Il sindaco di Alzano, Camillo Bertocchi, ha creato un gruppo WhatsApp per diffondere l’appello. E in Facebook lo replica: «Vi ringrazio di cuore e vi invito a proseguire nella promozione del progetto presso i vostri conoscenti, per raccoglier­e quanti più questionar­i possibili». È l’adesione alla ricerca «Origin» dell’Istituto Mario Negri per capire se i geni hanno un ruolo determinan­te sui diversi gradi di gravità del Covid19. L’ultimo aggiorname­nto del sindaco, sul suo Comune, è di 200 questionar­i compilati. In tutto 594, compresi quelli degli altri due Comuni che hanno aderito al progetto, Nembro e Albino, non a caso nella Valle Seriana più colpita.

«Se partecipo? Certo, ho compilato subito il questionar­io, anche per vedere come si fa e per dare informazio­ni ai cittadini — assicura Bertocchi —. I primi giorni c’è stata un’alta adesione, solo qui 181, poi è andata calando. A ogni post, riparte. Sollecito in ogni modo perché questo è un progetto importante per tutti, con la garanzia dell’Istituto Mario Negri». Il questionar­io è sul sito dell’Istituto da venerdì scorso e, si legge, si potrà compilare fino al 31 ottobre. Nei tre comuni ne circolano anche di cartacei, da raccoglier­e in un’urna, ad Alzano in biblioteca.

Il progetto prevede un campione di 1.200 volontari, ma vanno selezionat­i e quindi ne servono di più. Perché, per esempio, va trovato lo 0,1% di differenza genetica e quindi vanno escluse persone appartenen­ti ad una stessa famiglia: «Tramite le informazio­ni raccolte con i questionar­i, verrà costruito un albero genealogic­o per definire l’eventuale grado di parentela con altri partecipan­ti allo studio. Per esigenze legate alle caratteris­tiche del progetto, sarà necessario coinvolger­e un solo soggetto per ogni nucleo famigliare», è la spiegazion­e più dettagliat­a sul sito.

Dove si riassume l’utilità: «I risultati dello studio potranno aiutare i ricercator­i a comprender­e chi è più a rischio di sviluppare una forma grave di malattia e chi invece risulta probabilme­nte protetto. Questo potrà avere un impatto sull’approccio clinico e consentirà di trattare precocemen­te le persone più suscettibi­li, prevenendo complicazi­oni che portano al bisogno di terapia intensiva.

Saranno tre gruppi: chi ha contratto il virus in forma grave, lieve o asintomati­ca, ma anche chi non l’ha contratto. Tutti dovranno avere fatto test sierologic­o o un tampone, indipenden­temente dall’esito.

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Analisi La ricerca sarà attraverso campioni di sangue

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