Ats a migliaia di medici: «Il bonus va restituito»
Effetto Corte dei Conti sulla continuità assistenziale
Migliaia di dottori che hanno lavorato alla guardia medica fra il 2007 e il maggio 2019 stanno ricevendo il conto dall’Ats di Bergamo (come anche da tutte le altre della Lombardia). In quel periodo era previsto un euro lordo in più per ogni ora lavorata, un bonus deciso dalla Regione d’accordo con i sindacati per risolvere il nodo dell’accesso alle guardie mediche da parte di non residenti. Ma quell’intesa è stata ritenuta illegittima dalla Corte dei conti, che considera incongrua la stima e calcola un danno erariale per la Regione. Il meccanismo è stato eliminato dal 2019 e arrivano fino ad allora le contestazioni che l’Ats sta trasmettendo ai professionisti che hanno lavorato in quegli anni. La Fimmg, il sindacato, annuncia di opporsi.
L’Ats di Bergamo, come le altre Agenzie lombarde, inizia a presentare il conto ai medici che avevano esercitato per la continuità assistenziale, in periodi compresi tra il 2007 e maggio 2019. Quanti sono? L’Ats rimanda a un comunicato ufficiale previsto per oggi, non ci sono dati precisi, ma qualche stima invece sì. Sul territorio bergamasco esercitano in contemporanea circa 200 medici in guardia medica. Ma il ricambio è sempre stato altissimo, spesso si è trattato di professionisti giovani, e il tutto spalmato su dodici anni può portare il conto a migliaia di persone.
Per chi ha lavorato in quegli anni c’era in vigore un accordo tra Regione Lombardia e sindacati che prevedeva per ogni ora lavorata un euro lordo in più. Era una scelta regionale per risolvere il nodo dell’accesso alle guardie mediche da parte di non residenti, comunque utenti «fuori ambito» (basti pensare a quel che accade nelle valli bergamasche con le seconde case): con la compensazione di un euro l’ora ai medici la Regione aveva abolito il pagamento della continuità assistenziale per chi accedeva al servizio fuori ambito.
Un obiettivo condiviso dagli stessi sindacati. Ma quell’intesa è stata ritenuta illegittima dalla Corte dei Conti, che considera incongrua la stima legata al bonus orario, stimando un danno erariale per la Regione. Il meccanismo è stato eliminato dal 2019 e arrivano fino ad allora le contestazioni che l’Ats sta trasmettendo ai professionisti che hanno lavorato in quegli anni. Il documento firmato dal direttore Massimo Giupponi e spedito ai medici elenca le violazioni, per articoli di legge, rilevate dalla Corte, e comunica che c’è un indebito da rilevare. Specificando che «il carattere oggettivo di somme non dovute» (oggettivo nel senso che è stato accertato dalla Corte, ndr) attribuisce all’amministrazione pubblica il diritto ad agire «indipendentemente da qualsiasi valutazione sulla buona fede del percipiente». È una messa in mora quella della direzione dell’Ats, anche per interrompere i tempi di prescrizione, che in un caso del genere sono di dieci anni. E considerando che si tratterebbe del primo richiamo ricevuto dai medici, i bonus tra il 2007 e il 2010 non dovrebbero più essere contestabili.
«Secondo un parere legale che abbiamo acquisito la richiesta di Ats ai medici è illegittima — commenta però Paola Pedrini, medico di medicina generale e segretaria regionale della Fimmg —. Ci opporremo offrendo tutela legale a tutti i colleghi interessati, che sono davvero molti». La segretaria conferma che il caso può interessare anche migliaia di persone. Per alcuni medici l’ammontare delle cifre da restituire può aggirarsi anche attorno ai 10 mila euro. E mentre l’Ats prepara chiarimenti, sul tema interviene il consigliere regionale di Azione, il bergamasco Niccolò Carretta: «Trovo kafkiano che su medici che si sono prestati per un servizio di guardia richiesto da Regione Lombardia ora la stessa Regione scarichi, ad anni distanza e in un momento di grande tensione sanitaria, questa grana. Non è il modo e non è il momento».
«Sono migliaia» Il bonus di un euro in più all’ora giudicato illegittimo. Il sindacato dei medici si oppone