Corriere della Sera (Bergamo)

«Finta voluntary» Va a processo

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Manager con la passione per le opere d’arte, Gianfranco Cerea, 59 anni, di Bergamo, è stato rinviato a giudizio per la finta voluntary disclosure che nel 2018 lo aveva fatto finire ai domiciliar­i. Dovrà comparire davanti al giudice a marzo 2021. Con un patrimonio di quasi 26 milioni di euro in quadri preziosi, come una versione del «Bacio» del Hayez, per Cerea era stato disposto il sequestro dei beni, poi annullato perché non era stato ritenuto frutto della voluntary «mendace». Di recente la Cassazione ha invece dato ragione all’accusa, che ha chiesto il sequestro per quasi 2 milioni di euro delle somme che l’imputato avrebbe sottratto al Fisco spacciando­si per collezioni­sta.

Appena persa l’ultima battaglia sui sequestri voluti dalla Procura, Gianfranco Cerea, 59 anni, manager di Bergamo con la passione per le opere d’arte, va a processo. Il rinvio a giudizio, a marzo 2021, è stato disposto dal giudice Alessia Solombrino per le false dichiarazi­oni sulla voluntary disclosure contestate dal sostituto procurator­e Emanuele Marchisio. Un presunto illecito che, secondo i giudici cautelari, è da slegare dal patrimonio da quasi 26 milioni di euro in quadri da mille e una notte, compresa una versione del Bacio di Hayez ( foto) e poi Canaletto, Burri, Arcimboldi, Cerruti, Pomodoro. Le opere non sono state ritenute frutto della voluntary «mendace». La parte finita sotto sequestro è stata dunque restituita all’imputato. La stessa Corte di Cassazione ha invece dato ragione all’accusa sul successivo sequestro preventivo ai fini della confisca di 1 milione e 959 mila, la somma che Cerea avrebbe sottratto al Fisco dichiarand­o di essere un collezioni­sta, mentre le indagini lo qualifican­o come un commercian­te d’arte. La Cassazione rileva, ad esempio, come nelle intercetta­zioni telefonich­e «il ricorrente si definisce uomo dedito al business, discute di plusvalenz­e, anche in relazione alla propria richiesta di collaboraz­ione volontaria, di marketing e di redditivit­à delle operazioni». Tutto era partito dalla verifica della Guardia di finanza alla società di Cerea. Era il 20 ottobre 2015. Il processo dovrà fare i conti con la prescrizio­ne nel 2023.

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