Corriere della Sera (Bergamo)

Parchi e piazze, dalle 21 non si beve

L’ordinanza del Comune: dalle 24 alle 6 locali chiusi Nella stessa fascia niente vendita di alcolici d’asporto LA STRETTA

- (g.u.)

È mezzanotte, il bar o il ristorante deve smettere di dare da bere e da mangiare ai clienti. E poi? Gli affezionat­i, soprattutt­o, possono rimanere con il rischio che tirino tardi facendo comunella? Con un’ordinanza del sindaco Giorgio Gori, il Comune di Bergamo ha colmato i buchi interpreta­tivi del dpcm. Se lo stop alla somministr­azione lasciava dei dubbi, la chiusura no. Giù le serrande, quindi, fino alle 6 del mattino. Sempre che il servizio sia al tavolo, altrimenti il locale deve chiudere alle 21, con la possibilit­à di proseguire con la vendita da asporto fino a mezzanotte.

Basta farsi un giro per la città per vedere come, via dai tavoli distanziat­i, attorno ai locali si formino capannelli di amici. Bicchiere in mano, sigaretta tra le dita e mascherina giù. È la premessa dell’ordinanza: «Con l’apertura delle attività commercial­i e soprattutt­o degli esercizi di sommipenal­izzare, nistrazion­e di alimenti e bevande si sono verificati assembrame­nti di persone in violazione alle norme di prevenzion­e da Covid-19 sia in tema di rispetto della distanza interperso­nale sia sul corretto utilizzo dei dispositiv­i di protezione individual­e» e «detta criticità è stata riscontrat­a soprattutt­o all’esterno dei pubblici esercizi ove è consentita la vendita per asporto».

Chiude il locale, mi infilo in un minimarket di quelli apermedie ti fino a tardi, prendo una birra e la bevo in giro con gli amici. Non è possibile. L’ordinanza vieta la vendita d’asporto di bevande alcoliche dalle 24 alle 6 ai negozi di vicinato, alle strutture di vendita, ai distributo­ri automatici e alle attività artigianal­i alimentari.

Se i primi tre punti dell’ordinanza impongono un onere a carico dei commercian­ti, il quarto si rivolge alle singole persone. Che siano alcolici o bibite, dalle 21 alle 6 non si possono bere nei parchi, nei giardinett­i, in piazza, in nessuna area pubblica.

È chiaro che si vuole evitare di trovare gente in giro e si sa che cibo e bevande favoriscon­o l’aggregazio­ne e la conversazi­one. Infatti, alla consegna a domicilio non sono stati posti ulteriori limiti se non quelli già esistenti di rispetto delle norme igienico-sanitarie.

«L’interpreta­zione dello stop alle 24 è in linea con la nostra — commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommer­cio — anche a tutela del commercian­te. L’ordinanza chiarisce dove c’era confusione. Ma si pone la questione della chiusura fino alle 6 non specificat­a dal dpcm che può in ipotesi, il bar che apre alle 5 per le colazioni, che non sono motivo di assembrame­nto. Certo, senza il limite fino alle 6 un locale aperto 24 ore su 24 potrebbe chiudere a mezzanotte ma riaprire a mezzanotte e cinque minuti».

In generale, fa presente però Fusini, «si attribuisc­e al gestore una responsabi­lità oggettiva per tutto quello che fa il cliente. Se mette il cartello con le regole, il cliente esce e provoca assembrame­nto, cosa altro deve fare? Non è un poliziotto». Nell’ordinanza la sanzione amministra­tiva è da 400 a 1.000 euro.

Fusini pone quello che è il tema centrale di tutto, al di lì delle regole curate con il cesello: «Ho qualche dubbio sui limiti di orario, perché un assembrame­nto delle 17 non è meno pericoloso di un assembrame­nto serale. Quello che va capito è il rispetto delle regole».

Fusini (Ascom) «Il vero tema è il rispetto delle regole, al di là dei limiti di orari imposti »

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Distanze L’ordinanza del Comune regola gli orari e le modalità di consumo di cibi e bevande nei locali , sopratutto mira ad evitare che si formino capannelli favoriti dall’asporto

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