Case con domotica e quartieri, un patto: città per gli anziani
Il progetto dei sindacati per gli anziani
L’obiettivo è provare a costruire una città a misura di anziano. I sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil di Bergamo lanciano al Comune una proposta: costruire un laboratorio della domiciliarità per migliorare la qualità della vita di chi ha più di 65 anni e la loro partecipazione alla comunità. Non un tavolo di lavoro, in cui dibattere e basta, ma una serie di interventi concreti. «Lo scorso anno — spiegano Aldo Guarnone, Lorenzo Gaini e Lia Selogni, responsabili delle sezioni cittadine di Fnp Cisl, Spi Cgil e Uilp Uil — abbiamo affrontato la nostra visione di over 65 sulla città e oggi alziamo lo sguardo su Bergamo partendo dalla domiciliarità, cioè pensare agli interventi complessivi per un’efficace presenza sul territorio di un nuovo modello che aiuti gli anziani a restare nelle proprie case, per non essere sganciati dal tessuto sociale e familiare». E Palazzo Frizzoni accetta la sfida. «La priorità per l’amministrazione — spiega l’assessore alle Politiche sociali, Marcella Messina
— è arrivare a tutti i cittadini, non soltanto agli anziani cronici e a quelli con fragilità socio-economiche».
Il progetto non riguarda soltanto i servizi sociali, ma diversi ambiti, dall’urbanistica alla mobilità. I sindacati, dopo aver incontrato militanti, iscritti e anziani di tutti i quartieri di Bergamo, hanno stilato un elenco di proposte su tre campi diversi: domotica e tecnologie dedicate all’assistenza, barriere architettoniche e proprietà immobiliare. La tecnologia, per esempio, non deve diventare un alibi e fare supplenza a prestazioni di vicinanza. I sindacati dicono anche che la qualità abitativa e urbana si realizzano cancellando gli ostacoli che impediscono o complicano l’esistenza nell’esercizio delle attività abituali sia a casa che fuori: da qui l’importanza di abbattere le barriere architettoniche e avere non solo una città, ma anche condomini accessibili. Il domicilio, poi, deve adattarsi alla situazione evolutiva della persona, senza trasformarsi in una trappola.
«Per costruire una città a misura di anziano — spiega l’assessore Messina — bisogna partire dai quartieri. Bisogna leggere i bisogni del quartiere e mettere in atto risposte che siano flessibili». Il sindaco Giorgio Gori dice che i servizi sociali così come sono stati pensati finora non sono sufficienti. «Intercettano bisogni estremi. Abbiamo sperimentato durante l’emergenza sanitaria che anche chi è autosufficiente può avere delle fragilità. È qui che dobbiamo porre attenzione per rallentare il percorso che porta a essere fragili». Il sindaco, nella «2a Conferenza cittadina sulla popolazione over 65», ha parlato anche dei 39 infermieri di famiglia assunti dall’Asst Papa Giovanni. «Ci rendiamo disponibili — sono le parole di Gori — a ospitarli, se ne avranno bisogno, nelle sedi decentrate dei servizi».