Bar Borsa in vendita dopo sedici anni
La scelta dei gestori, marito e moglie. Ascom: la storia è valore
Dopo 16 anni, i proprietari del Bar Borsa cedono lo storico locale in piazza Libertà. Luciano Patelli (Ascom): «Lockdown devastante per il centro».
«AAA», attività vendesi, in posizione privilegiata. L’annuncio è datato 17 ottobre e descrive gli innegabili pregi del locale che «dispone di un dehors di generose dimensioni, illuminazione naturale ed artificiale, strategico per la zona vissuta dalla mattina alla notte che ne fanno uno spazio versatile ed adattabile a differenti utilizzi». I plus? Il calcetto in estate, la pista di pattinaggio in inverno e nel «raggio di pochi metri la Camera di commercio con i suoi vari uffici, la Procura della Repubblica, il Tribunale, la sede dell’Inps oltre diversi studi professionali. Il parcheggio nelle vicinanze è garantito dal silos sotterraneo posto sotto la piazza, capace di ospitare più di 600 autovetture». Un esercizio pubblico che ha segnato un pezzo della storia di Bergamo, non solo quella dei locali, ma proprio della vita della città, il bar Borsa, cento anni di attività in piazza della Libertà, è in vendita. Si tratta della cessione dell’avviamento che sul portale degli annunci immobiliari è quantificato in 880 mila euro ( ribassato da 900 mila), mentre il canone d’affitto annuale è fissato in 30 mila euro. Dopo 16 anni, 5 milioni di caffè serviti, 200 mila cocktail shakerati gli storici gestori, i coniugi Pino e Pina Blandina di Verdello intendono passare la mano. È questa del Borsa, famosissimo in passato anche solo per il suo gelato e diventato un punto di ritrovo per centinaia di ragazzi, la punta di un iceberg immobiliare che denota il difficilissimo momento che stanno vivendo gli esercizi pubblici cittadini.
«Si può dire che tutti i bar del centro siano in vendita. Il lockdown si è rivelato più devastante per i bar della città rispetto a quelli della periferia e dei paesi che hanno recuperato di più. In centro stanno incidendo sia la componente turistica che quella dello smart working e degli eventi mancati — afferma Luciano Patelli, vice presidente di Ascom Bergamo e immobiliarista —. Non solo, ma c’è la tendenza ad aprire locali in posti nuovi. Una cosa idiota, lo scriva pure, perché l’avviamento e la storia di un bar costituiscono il vero valore dell’attività».